Mattei, Cefis, Pasolini: un'Italia noir come il petrolio

Questa è una storia che dà le vertigini.
Sì, questa è una storia che parte in quota - la quota raggiunta da un piccolo aereo Morane Saulnier in rotta dall'aeroporto di Catania verso Milano Linate - e poi scende in picchiata, cabrando e avvitandosi in una spirale di mistero che dura da sessant'anni.
Sessant'anni di omissioni e rimpianti: su tutti, il rimpianto di aver sprecato per colpa di un incidente aereo (che incidente non fu) l'occasione di rendere l'Italia un Paese definitivamente adulto, emancipato, indipendente dal punto di vista più importante: quello dell'energia. 

La caduta dell'aereo sul quale viaggiava Enrico Mattei, presidente dell'Ente Nazionale Idrocarburi, avvenuta quella sera del 27 ottobre 1962 nelle campagne attorno a Pavia, è una caduta che non si arresta e continua a portare con sé chiunque abbia creduto nell'indipendenza energetica dell'Italia.
Ecco perché L'Italia nel petrolio. Mattei, Cefis, Pasolini e il sogno infranto dell'indipendenza energetica di Giuseppe Oddo e Riccardo Antoniani è un libro importante: è un'inchiesta che tira le fila di un mistero che ci riguarda tutti e vi aggiunge tasselli illuminanti.
Nuovi spunti e nuovi documenti, per guardare con occhi nuovi a una storia che crediamo di conoscere fin troppo bene, e che ha in serbo ancora diverse sorprese. A cominciare dal modo in cui una delle sue possibili narrazioni s'intreccia a doppio filo con la storia di quella scatola cinese sommamente misteriosa che è Petrolio. Il romanzo incompiuto di Pier Paolo Pasolini, quello cui il poeta friulano stava lavorando al momento della sua morte - avvenuta all'Idroscalo di Ostia nel novembre 1975 e sulla cui versione ufficiale permangono dubbi - e che mette nero su bianco tante delle ambuiguità che circondano colui che di Mattei su successore, Eugenio Cefis.

Il libro che Giuseppe Oddo, a lungo cronista economico in forze al Sole 24 Ore, ha scritto assieme a Riccardo Antoniani, ricercatore alla Sorbona, dove insegna letteratura e lingua italiana, è stato descritto non a torto come "il giallo sanguinoso e senza fine del capitalismo italiano". Ma la vertigine che la sua lettura comporta deriva anche dall'accumulo di materiali diversi, eterogenei, eppure organizzati in modo tale da renderne più leggibile il senso all'interno di una vicenda di grande complessità. 

Con la nostra intervista a Giuseppe Oddo, vogliamo offrire una panoramica sui tanti temi e personaggi che danno forma a un'inchiesta monumentale per ampiezza e avvincente come il più avvincente dei romanzi. Ma qui non c'è invenzione, tutto è rigorosamente documentato e ricostruito: a partire dai rottami di quel piccolo aereo che - con la sua caduta nelle campagne di Pavia, una sera dell'ottobre di tanti anni fa - mise nelle mani del paese che avremmo potuto diventare una scatola nera. Che ancora oggi stiamo cercando di decifrare.