«Di fronte all’insensata follia della guerra, abbiamo nuovamente bisogno di lenire gli estremismi della contrapposizione e di curare le ferite dell’odio. Una testimone di tragiche violenze passate come Edith Bruck ha recentemente detto che la pace ha un suo segreto: non odiare mai nessuno. Se si vuole vivere, non si deve mai odiare.» - Papa Francesco, 27 luglio 2022
Io credo che vada alimentato giorno per giorno il bene che c'è in ogni uomo, in ogni donna, dappertutto. E bisogna lasciar morire di fame l'odio, il pregiudizio, il fascismo, il nazismo e qualsiasi odio che uno coltiva dentro di sé tutta la vita, perché se tu non lo coltivi, lentamente muore.
Edith Bruck è una testimone preziosa.
Attraverso la sua infaticabile opera, da più di sessant'anni questa donna si è eletta custode di una memoria che non può e non deve mai affievolirsi. Ancora bambina, Bruck fu deportata assieme alla sua famiglia ad Auschwitz. Quel che visse nei campi, ciò cui dovette assistere, non può essere facilmente raccontato, tanto vivo è l'orrore che l'esperienza concentrazionaria suscita ancora oggi in chiunque ne venga messo a parte.
Ma nonostante la sua famiglia sia stata annientata, Bruck è sopravvissuta.
Di più: ha vissuto e l'ha fatto, da allora in poi, nella duplice veste di donna di pace e combattente.
Donna di pace, perché - come sostiene lei - "Io non so cosa sia l'odio". Combattente, perché - come ci racconta nel corso della nostra intervista - bisogna combattere l'odio, affamarlo, lasciarlo morire di fame. Nello spazio interiore necessario perché si possa continuare a coltivare il bene, ci vuole una grande forza per respingere al mittente l'odio ricevuto.
Faccio quel che posso fare e lo farò sempre, fino all'ultimo respiro, quello che posso fare per contribuire a migliorare questa umanità che va avanti con la crudeltà, con l'ingiustizia, con l'inuguaglianza, col pregiudizio, i razzismi e tutti gli "ismi" possibili
Edith Bruck è sottile come un giunco, e forte come una quercia.
Questa apparente contraddizione risalta sin dal primo sguardo. Si è accorto della fibra straordinaria di questa donna anche Papa Francesco che, dopo aver letto un articolo scritto da lei, ha chiesto al direttore de L'osservatore romano di poterla incontrare. L'incontro c'è stato e - cosa straordinaria - è avvenuto proprio a casa di Edith Bruck. È stato un primo incontro, al quale ne sono seguiti altri, nel corso del tempo, fino a cementare un'amicizia bellissima. Il racconto di questa comunione di umanità è contenuto nel libro che ci facciamo raccontare direttamente dall'autrice.
Siamo emozionati nel presentarvi la nostra intervista con la grande Edith Bruck.
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