I libri sono cartoline imbucate nella notte, da località sconosciute, verso destinatari che ancora non sanno di esserlo.
Raccogliamo dalle mani di Fabio Stassi l'analogia che ci ha offerto nel corso della conversazione sul suo bellissimo Notturno francese (pubblicato da Sellerio), e facciamola nostra per un momento.
Pensiamo al modo in cui ogni cartolina riassume ed evoca una storia, esattamente come fanno i libri.
Sul recto, un'immagine, spesso un po' stereotipata, di posti "da cartolina", per l'appunto: panorami oleografici, saluti dalla costiera, vorrei che tu fossi qui... e a quelle immagini e a quelle scritte, il testo redatto dal mittente nel breve spazio a sua disposizione, sul verso, dovrà aggiungere verità e suggestioni ad personam.
Ma se le cartoline spedite, quelle ricevute e quelle trovate per caso compongono un disegno narrativo irresistibile, la forma migliore per dirne tutto l'esotismo e il portato emotivo è certamente un libro.
Un libro che, possibilmente, rechi in copertina un'immagine "da cartolina": il Negrésco, grand hotel sulla Promenade des anglais di Nizza.
Un romanzo dove domina la malinconia del continuo lasciarsi dietro le spalle cose e persone, nel tempo e nello spazio. Ma anche la sconsideratezza di mettersi in viaggio per ritrovarle. O per farsi trovare.
Se Vince Corso, protagonista di Notturno francese, non fosse salito sul treno sbagliato, non avremmo oggi fra le mani un libro che dell'errore come occasione da non lasciarsi sfuggire fa uno dei suoi perni.
Vince Corso, va detto, è uno che su lapsus e azzardi potrebbe redigere un intero trattato: a partire da quell'azzardo che ogni binario di ferrovia può rappresentare.
Varrà la pena notare come la parola francese per "ferrovia" è "chemin de fer", che - guardacaso - è anche il nome del re dei giochi d'azzardo.
E il gioco al quale Corso accetta di giocare in Notturno francese, accortosi di aver preso il treno in direzione opposta a quella verso la quale doveva dirigersi, comporta l'azzardo più grande.
Quello di scoprire chi si è davvero, dove affondano le proprie radici, quanto la propria storia sia in fondo frutto di circostanze destinate a rimanerci estranee. Cartoline, da un mittente che non incontreremo mai.
Il libro, per me, è imparentato con la cartolina: ogni libro è una cartolina inviata a un destinatario sconosciuto, in fondo. Questo libro è la cartolina che io mando a tutti i lettori.
Notturno francese è un libro che - come una cartolina molto ben scritta, e appena ingiallita da una patina che solo il tempo può rendere autentica - ci parla di padri e di figli, di libri e di storie, di luoghi che evocano i fasti di splendori passati, ma solo per alcuni. Godetevi lo stile appassionato e colto di uno scrittore che crede nel potere taumaturgico delle buone storie, e che - per fortuna nostra - ha dato vita a un personaggio che ci accompagnerà a lungo. Treno sbagliato dopo treno sbagliato, felicemente.
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