Strade di carta
Libri che raccontano il coraggio delle donne
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Illustrazione digitale di Gaetano Di Riso, 2021
Il libro di cui hai bisogno si trova accanto a quello che cerchi
Ci sono storie che forse non vorresti leggere, parole che ti arrivano dritto nella mente e nel cuore attraverso quell’unico filo che inevitabilmente li unisce. Sono storie immaginate o reali che raccontano di donne che hanno deciso di manifestare tutto il coraggio delle proprie parole. Cinque libri che raccontano il coraggio che brucia tutto.
In un tempo passato ma non lontanissimo, quello che per noi è da sempre stata una libera possibilità, per una giovane ragazza nel 1963 era un atto “proibito per legge”. Con un racconto in prima persona, il romanzo L'evento di Annie Ernaux, ci accompagna in una Francia in cui l’aborto era ancora illegale e la vita di una giovane studentessa, destinata alla scrittura, era sconvolta dall’arrivo di una gravidanza non desiderata. Un diario-racconto che avanza con il susseguirsi delle settimane, attraverso l’esperienza di chi non potendo decidere liberamente del proprio corpo, è costretta, per poter evitare le conseguenze che quell’evento avrebbe avuto sulla sua via i sui progetti, ad affidarsi a realtà clandestine con tutte le possibili conseguenze. Leggere L’evento è come essere travolti da un urlo di ribellione di donne che allora come oggi rivendicano il loro libero arbitrio nelle scelte della propria vita, un urlo fatto di parole scritte che trova la sua forza nella memoria, nel solitario dolore di chi ha voluto scegliere e non subire gli eventi “Forse il vero scopo della mia vita è soltanto questo che il mio corpo, le mie sensazioni i miei pensieri diventino scrittura ”.
“Allora ho preso coraggio e mi sono buttata … e poi sono caduta, ma non sono morta”, così Fuani Marino si racconta nelle prime pagine del suo libro Svegliami a mezzanotte. Un racconto autobiografico dove le parole danno voce a quella dolorosa nebbia che ha oscurato l’umanità della sua vita rendendola insopportabile al punto da non desiderare altro che non esistere più. Una vita perfetta agli occhi di tutti ma non per lei che non vedeva altra soluzione se non porvi fine: non esistere più…questa l’unica salvezza. Attraverso pagine che ripercorrono tutta la sua esistenza prima ancora della sua vita stessa fino ad arrivare al punto di non ritorno, alla depressione post-partum e al giorno del salto, Fuani Marino rintraccia i segni visibili e non di quello sconosciuto malessere che ti priva di te stessa e della vita che ti circonda. Le parole che leggiamo diventano un grido di rivendicazione della malattia stessa, un urlo per raccontare quello che non è bene dire, un grido d’aiuto destinato a non restare inascoltato.
Sono le parole di una donna, Addie, a dare vita alla storia raccontata da Kent Haruf, nel suo meraviglioso romanzo Le nostre anime di notte: la solitudine della notte la spinge a proporre, così di punto in bianco, al suo vicino Louis qualcosa di inaspettato. “Ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare”. Di notte la solitudine attanaglia e la nostalgia per il tempo passato e per le persone allontana il sonno: “la notte è il momento peggiore”. Quelle di Addie sono parole che esprimono coraggio e consapevolezza verso sé stessa e verso la vita: lei non si piega alla solitudine ma si apre alla vita. Haruf racconta una storia intima fatta di tenerezza, dove una donna e un uomo non più giovani, con una vita già vissuta alle spalle, decidono di raccontarsi l’uno all’altro di notte e di vivere insieme una storia inaspettata, da troppi considerata inspiegabile e spregiudicata, al pari di una sbandata adolescenziale. Nonostante l’età della saggezza avranno il coraggio di imporsi per la propria libertà o saranno destinati al rimpianto?
In una Napoli dai mille colori e dalle tante contraddizioni, le parole di Maria danno voce al romanzo di Valeria Parrella, Lo spazio bianco: uno spazio fisico, un colore simbolico che colloca Maria in una sorta di limbo, dove le parole nascere e morire possono trovarsi nella stessa frase: “il fatto è che mia figlia Irene stava morendo o nascendo, non ho capito bene”. Lo spazio bianco raccontato da Valeria Parrella è quello spazio che si frappone fra Maria e l’incubatrice di sua figlia Irene, nata troppo presto, il cui destino appare a tutti ancora ignoto. Accompagnata da una città che non fa da semplice scenografia ma che sembra muoversi con il procedere degli eventi, la voce di Maria prende forma e diviene lo strumento per raccontare le donne che come lei attendono e sperano che quello spazio bianco possa tingersi di colore.
Riparare l’irreparabile per continuare stare al mondo e poter mantenere sempre vivi i ricordi. Vivere nonostante tutto. A percorrere questa strada è Irina che attraverso le parole di del romanzo Mi sa che fuori è primavera di Concita De Gregorio dà voce alla sua storia, che purtroppo in molti già conoscono. Una storia che trova le suo origini nel dolore più profondo, che una madre possa provare, quello per la perdita dei propri figli. La vita serena di Irina viene travolta da un fiume in piena che trascina via ogni certezza: il padre esemplare delle sue figlie si trasforma nel loro carnefice, prima di togliersi la vita. Come sopravvivere a tanto dolore? Come rialzarsi quando ormai anche le cose più semplici come respirare e parlare ci appaiono come delle imprese titaniche? Con un racconto – dialogo Concita De Gregorio dà voce alle parole di Irina e al suo riemergere dal baratro del dolore per riaffacciarsi alla vita e all’amore. Ma la parola felicità può essere ancora una parola di Irina senza doversene vergognare? É possibile ribellarsi al dolore e riaffacciarsi alla vita?
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I libri consentanei di Grazia Prota
L' evento
Di | L'orma, 2019
Svegliami a mezzanotte
Di | Einaudi, 2019
Le nostre anime di notte
Di | NN Editore, 2017
Lo spazio bianco
Di | Einaudi, 2018
Mi sa che fuori è primavera
Di | Feltrinelli, 2016
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