Diario di bordo

Le Idi di marzo e il midterm di novembre

Giovedì 3 novembre

Dal nostro inviato a San Francisco, Enrico Deaglio

La svolta, drammatica e senza molti altri paragoni nella storia della democrazia americana, è dunque avvenuta a sei giorni dalle elezioni di midterm.

Il presidente Biden, parlando da Washington in diretta televisiva prime time, ha messo in guardia dai rischi che corre la democrazia.
Facendo riferimento all’attentato subito da Paul Pelosi (della cui gravità vi abbiamo parlato ieri su Maremosso), Biden non solo ha denunciato l’aumento esponenziale della violenza e della intimidazione politica, ma ha detto esplicitamente che una parte del Partito Repubblicano è pronto a contestare i risultati di martedi prossimo.
E ha messo in guardia il paese: i repubblicani hanno "aperto la via al caos”, la democrazia americana è in pericolo. Il discorso, oltre ad essere drammatico, è stato molto specifico.
Biden ha citato casi, come quello dell’Arizona, dove è in atto una sistematica intimidazione contro i votanti (gruppi di persone armate appostate intorno alle cassette elettorali  fotografano gli elettori mentre depositano la scheda), e numeri: sono almeno 370 i candidati a diversi uffici pubblici che apertamente non riconoscono la validità del voto del 2020, sostengono le ragioni del tentato colpo di stato del 6 gennaio e sono pronti a fare lo stesso con le prossime elezioni. E poi c’è la violenza.
Biden ha citato i dati del New York Times: gli episodi di violenza politica sono decuplicati (oggi sono quasi diecimila) nell’ultimo anno.
E ha ricordato che, a farne le spese, oltre al “mio amico Paul Pelosi”, è stato anche il vicepresidente Mike Pence.

Su un tema, Biden è stato molto chiaro. Ha avvertito a non fidarsi dei risultati che saranno diffusi la sera dell’8 novembre, perché non tengono conto del voto per posta, che viene conteggiato separatamente (il voto per posta, peraltro, sta crescendo parecchio). L’incertezza potrà durare giorni o anche settimane e – ha detto Biden – questo sarà il periodo più pericoloso.

Il discorso, mentre scriviamo, è appena andato in onda, e quindi non si conoscono i suoi effetti. Ma l’insistenza sul pericolo nel “dopo voto”, l’invito alla vigilanza e alla pazienza, lasciano pensare che la Casa Bianca sia davvero preoccupata. Ci si aspetta che qualcosa d’altro succeda, prima dell’8 novembre?

C’è una vaga premonizione nell’aria, la stessa che ebbe Giulio Cesare quando l’indovino gli disse: “Guardati dalle Idi di marzo!”. E lui: “Ma le Idi di Marzo sono oggi!”.
E l’indovino: “Sì, ma non sono ancora passate”.

Intanto, giunge notizia che i bolsonaristi brasiliani non sono rassegnati alla sconfitta. A decine di migliaia si radunano di fronte alle caserme invocando un intervento militare per impedire che Lula si insedii come presidente…

Mai Nord America e Sud America erano stati più vicini…

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