Martedì 4 aprile 2023
Prendiamola alla lontana.
Nel 1989, nel Central Park di Manhattan, una ragazza bianca che faceva jogging venne trovata uccisa, dopo essere stata stuprata.
Vennero fermati cinque ragazzi, quattro neri e un ispanico, accusati del brutale omicidio. Il giorno dopo, un giovane palazzinaro noto alle cronache rosa, comprò una pagina sul New York Times per chiedere che i cinque venissero immediatamente condannati a morte. Firmò il suo appello con una grande firma a pennarello: Donald Trump.
Quella pagina gli procurò molta notorietà.
I cinque erano innocenti. Anni dopo vennero liberati e uno di loro disse: “avevo 15 anni, allora, e mi fece paura che un ricco uomo bianco chiedesse la mia morte”.
Quel palazzinaro, che aveva lui stesso parecchi guai con la giustizia, aveva testato il terreno.
E aveva visto che attaccare “i negri” portava popolarità, così quando venne eletto un nero alla Casa Bianca, si lanciò in una grande campagna per sostenere che Barack Obama non poteva essere presidente perché non era nato in America. Milioni di persone lo seguirono. Capì che su quelle basi poteva "scendere in campo".
Nel 2016, nei suoi primi comizi, si espresse chiaramente su ciò che pensava della giustizia, con una frase divenuta famosa: “Io potrei stare in mezzo alla Quinta strada e sparare ad un uomo senza perdere nemmeno un voto”. Aveva ragione, e diventò presidente degli Stati Uniti.
Il resto della storia la sapete; martedì 4 aprile (oggi) a Manhattan ci sarà la resa dei conti che tutti aspettano, l’arrogante uomo bianco si lascerà prendere le impronte digitali e ascolterà i trenta capi di accusa che gli presenta il giudice Alvin Bragg, 49 anni, afroamericano, nato ad Harlem. Il mondo è pronto per il Mezzogiorno di fuoco. Trump ha pubblicato sul suo sito un fotomontaggio in cui lo si vede dare una mazza da baseball in testa a Bragg. I suoi avvocati lo hanno convinto a toglierlo.
Non ci sono precedenti, tutti sono preoccupati di quanto potrà succedere, 33.000 poliziotti sono mobilitati.
I passi che l’ex presidente dovrà fare all’interno del palazzo di giustizia saranno protetti come non mai.
Anche perché un precedente c’è: quei pochi passi nel palazzo di giustizia di Dallas, Texas, novembre 1963, chiusero per sempre la bocca del presunto assassino del 35esimo presidente degli Stati Uniti.
Stay tuned e preparate i popcorn. Tutto può succedere nelle democrazie.
Di
| Sperling & Kupfer, 2014Di
| Adelphi, 2007Potrebbero interessarti anche
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