Diario di bordo

È marzo, ma sembra maggio

Diario di bordo

Una su mille ce la fa! Una notizia al giorno - una sola, scelta con cura - per capire che aria tira e guardare al mondo con consapevolezza. E, a volte, un sorriso

Enrico Deaglio

Torinese del 1947. Da sempre in mezzo a giornali e libri, continua a tenere un diario dell’Italia che ci passa davanti. Avendo vissuto dieci anni in America, racconterà un po’ anche quella

Vai alla pagina dell'autore

Venerdì 24 marzo 2023

Uno apre il laptop e stenta a crederci: è marzo, ma sembra maggio.
È Parigi che trasmette in diretta: la polizia è come allora (arrogante, violenta), i manifestanti (al netto dei telefonini) pure. I black bloc sono i “casseurs” di una volta; le strade sono le stesse, forse con un po’ meno pavé; ma davvero, sembra il maggio ’68, si sente dire che i sindacati bloccano strade e aeroporti (... toh! Esistono ancora i sindacati!) e si ascoltano le statistiche: milioni in sciopero, scuole occupate, monnezza “alla napoletana” … ma davvero solo per una piccola riforma dell’età pensionabile?
E si intuisce che non è così, è piuttosto l’anima della Francia che viene fuori, una rivolta dei cittadini contro il Re, o chi ha pensato di farsi Re.
Macron è l’arrogante, c’è poco da fare per lui. Nessuno dei suoi predecessori, nei secoli, si è salvato da questa accusa: la Francia è fatta così, strano che non se ne accorga.

Cosa succederà ora? “È troppo presto per dirlo”.
Ci si ricorda di Ciù En-lai, il grande ministro degli Esteri di Mao, che aveva avuto una giovinezza di operaio in Francia.
Quando, nel 1972, Nixon visitò la Cina e Ciù si aprì ai giornalisti, gli chiesero che cosa pensasse della Rivoluzione francese, e Ciù rispose: “troppo presto per dare un giudizio”.
Ci si interrogò molto su quella frase, e sul modo cinese di intendere la storia, fino a quando qualcuno spiegò che Ciù En-lai aveva mal interpretato la domanda; i giornalisti pensavano alla Rivoluzione francese del 1789, lui aveva in mente il maggio di appena quattro anni prima.

E intanto, non è solo Parigi. Tutti, spero, state seguendo quello che sta succedendo in Israele contro un altro ometto che vuole farsi Re.
L’affare sta diventando molto pericoloso, l’aria è sempre più pesante.

Chissà chi vincerà, a Parigi e a Tel Aviv? Il popolo o i Monarchi? Anche un pareggio sarebbe ben accolto.