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Un libro per raccontare Giorgio Strehler e le donne

©Luigi Ciminaghi

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Giorgio Strehler, uno dei più grandi registi e protagonisti culturali del Novecento, fondatore del Piccolo Teatro di Milano assieme a Paolo Grassi nell’immediato dopoguerra, ritorna sul palcoscenico del teatro Manzoni di Roma per la rassegna Scrittori in scena, giovedì 25 maggio alle ore 18.00, attraverso il bel libro di Stella Casiraghi: Strehler interpreta le donne. Volti e voci femminili del teatro di Giorgio Strehler (Skira editore). Dialogano con la scrittrice – che ha pubblicato numerosi saggi di storia della cultura e di biografie di artisti – le attrici Ivana Monti e Martina Carpi. Mentre Alessandro Vaccari modererà l’incontro.

Strehler interpreta le donne. Volti e voci femminili del teatro di Giorgio Strehler

Esistono molti modi per raccontare la vita di un grande del teatro come Giorgio Strehler. Stella Casiraghi ne sceglie uno molto particolare: la forza delle donne che hanno lavorato e condiviso il palcoscenico con lui. Una dedica speciale alla generosità di Giorgio Strehler testimoniata dalle sue interpreti, amate e rispettate per i propri talenti.

Strehler, maestro carismatico e affascinante che rivoluzionò il modo di fare regia introducendo grandi innovazioni nel teatro, è raccontato in modo intenso e inedito dai tanti volti e voci delle attrici che hanno lavorato nelle sue rappresentazioni teatrali. Da Giulia Lazzarini ad Andrea Jonasson, da Milva a Mariangela Melato, da Ivana Monti a Ottavia Piccolo, da Micaela Esdra a Martina Carpi, da Valentina Cortese a Monica Guerritore, da Laura Marinoni a Maddalena Crippa e molte altre importanti interpreti che hanno fatto la storia del Teatro Italiano.

«Questo mio ultimo libro – dichiara Stella Casiraghi – è la dedica a un Maestro e alle donne che hanno lavorato con lui, sul palcoscenico e dietro le quinte. Sono ritratti inediti, scattati da fotografi di scena che hanno saputo fissare in caratteri superbi il teatro del '900. Giorgio Strehler scomparve il giorno di Natale del 1997, pochi mesi prima scrisse: "Siamo ormai sommersi da valanghe di male, indifferenza e arroganza... noi tutti che facciamo questa cosa disperante e bellissima che è il teatro dobbiamo fermarci, se necessario, e preoccuparci che la qualità umana dell'esistenza non vada dispersa"».  Parole profetiche.

©Luigi Ciminaghi

«Anche il rapporto con le sue attrici-protagoniste è prova della ricerca dell'umano, fino alle ultime battute del lavoro di interprete del suo tempo. Emergono dalle pagine del volume immagini di donne di epoche lontanissime – continua Casiraghi – (le foto coprono cinquant'anni di storia teatrale) tutte sostenute da un regista-demiurgo che ne raccoglie le inquietudini e ribellioni. Una, nessuna, centomila personaggi femminili in cerca di indipendenza, sulla scena e nella vita, lungo il periodo che prende le mosse dal dopoguerra, dagli anni '50 sino alla fine degli anni '90, epicentro dell'affermazione delle donne nella nostra società e cultura. L'artista va giudicato per la sua capacità di affondo nelle pieghe della Storia e per la poesia delle sue scelte artistiche». 

Le sue regie hanno lasciato tracce e solchi indelebili nella storia del teatro contemporaneo. Strehler è stato un uomo dalle forti passioni artistiche e sentimentali, riusciva a plasmare da grande pigmalione le sue interpreti facendole diventare potenti protagoniste di spettacoli iconici ma anche segnandone in modo emblematico i percorsi e le carriere artistiche.  «Una silloge di ritratti del teatro strehleriano di tante e tante donne, alcune delle quali hanno lavorato con lui solo una o due stagioni… Tre casi meritano un cenno a parte – scrive l’autrice –: Milly che Strehler rilanciò negli anni Cinquanta dopo il successo nella rivista, come chanteuse appassionata dei songs di Weill/Brecht; Ornella Vanoni che si impose come eclettica cantastorie della mala e infine Milva, plasmata dal maestro (la cantante ebbe l’intelligenza di affidarsi umilmente alla sua cura) che l’ha riscoperta come potente creatura teatrale».

Strehler, scomparve il giorno di Natale del 1997, ma il suo mito e la sua enorme passione, dal palcoscenico alle battaglie politiche, testimoniano ancora oggi non soltanto la grande attualità del suo pensiero culturale ma anche e soprattutto l’energia vitale e la genialità dei tanti allestimenti che ha realizzato nel corso della sua carriera da direttore artistico del Piccolo di Milano. Nato da madre slovena, padre tedesco, nonni franco-balcanici, fu un antesignano europeista.

Un numero considerevole di attrici segna il carattere segreto del regista legando generazioni diverse, Strehler interpreta le donne è una dedica speciale alla sua generosità testimoniata dalle sue interpreti, amate e rispettate per i propri talenti

Ciascuna delle interpreti tratteggia un ritratto o un lato del suo modo di essere, racconta le sfumature e le peculiarità umane e professionali di Strehler, le scelte creative e uniche nelle sue regie, restituendoci una ricchezza di elementi e di angolazioni inedite e inesplorate del maestro. Il suo principale obiettivo era quello di insegnare «le leggi sacre del teatro e del rispetto e della disciplina che ogni attore deve a esso».

Foto di scena e di prove di palcoscenico accompagnano poi aneddoti curiosi e per molti versi memorabili, nonché intimi ricordi, appunti di regia utili a scoprire ma anche a ricostruire pagine importanti di storia civile e teatrale italiana al femminile. «L’eleganza degli scatti svela – scrive l’autrice – quanto grande fosse il ruolo delle attrici».

«Lo avevo incontrato molte volte negli anni accompagnando mio padre agli spettacoli – racconta l’attrice Martina Carpi, figlia del famoso compositore e musicista Fiorenzo Carpi – o a casa sua dove mi colpiva la bellezza dei suoi vecchi e preziosi giocattoli di latta, e dei suoi teatrini di cartone in miniatura. La sensazione che mi dava allora era di essere stato un bambino un po' timido e solitario. Poi ho avuto la fortuna di lavorare con lui. La prima volta è stato ne La grande magia di Eduardo De Filippo, e lì, alle prove operava veramente la sua magia. È incredibile quanto mi facesse sentire importante, centrale anche in un ruolo piccolo. Come mi conducesse con lievità a sviluppare sentimenti e pensieri che non sospettavo neanche di poter esprimere. E quando proponevo qualcosa la coglieva sempre, la rendeva giusta, poi utile alla scena, quindi significativa e infine perfetta per il contesto. Era un regista vitale e profondo, immensamente creativo e gratificante. Una meraviglia. Ero stregata, ogni giorno non vedevo l’ora di andare alle prove e iniziare con lui il meraviglioso gioco del teatro e della seduzione, perché naturalmente con le attrici era estremamente seduttivo». 

E l’attrice Sonia Bergamasco così ricorda:

La sua voce, i suoi silenzi, i grugniti, i suoi modi mi incutevano paura. Ma ho sempre dissimulato per orgoglio e testardaggine. Era una creatura poetica, che mi sfidava e accendeva la miccia di energie che non avevo mai esplorato prima… Se cerco di attingere dai ricordi, sono due le immagini guida: la sua lettura del Wilhem Meister di Goethe, attorniato da tutti noi ragazzi. Capace di dare vita e respiro a tutti i personaggi della storia, uomini e donne, vecchi e bambine, con una luce, una delicatezza e una potenza febbrile e appassionata. Una lettura d’artista, da regista autore. E le sue prove luci. Il primo passo di ogni suo spettacolo. Le luci disegnavano lo spazio e creavano il passaggio emotivo profondo della scena e della storia. Una sorta di “creazione”, cui assistevamo ammutoliti. Poesia concreta

Ricordiamo che Bertolt Brecht considerò Strehler l’unico erede per la messa in scena dei suoi testi in Italia. Così Nicoletta Maragn:

Mi aveva cucito addosso una Smeraldina piena di brio e ritmo che tanti palcoscenici del mondo avrebbe attraversato. E poi Lucietta del Campiello di Goldoni, passionale e fumantina, e infine la più bella: Yvette Pottier, la puttana di Madre Coraggio, costruita da zero per quello spettacolo mai finito, ma portato con orgoglio sotto le finestre di Paolo Borsellino, con la compagnia. Per quella Yvette dalle scarpe rosse Strehler si era ispirato alle ragazzine violate della guerra in Bosnia..che tanto l’avevano toccato e indignato!

©Luigi Ciminaghi

Milano era dunque la piazza perfetta per un protagonista audace e mitteleuropeo come Strehler.

Il libro di Stella Casiraghi rinnova la magia del Teatro di Giorgio Strehler attraverso le parole, le emozioni, la vita di scena di ciascuna protagonista. «Alcune, tra le mille parole usate dal grande regista – racconta Ivana Monti – durante le mitiche prove del Re Lear di Shakespeare, ove io ero Regana, mi hanno accompagnato, nutrito, educato fino a oggi». E vi consigliamo di leggerle!

L’indimenticabile icona Valentina Cortese con la voce della sua straordinaria Ljuba ne Il giardino dei ciliegi di Cechov sussurrò così in quel freddo Natale: «Si è spenta la grande luce».

La rassegna Scrittori in scena e Manzoni Idee, da un’idea di Carlo Alighiero, rappresentano le proposte culturali del Manzoni di Roma, storico teatro del quartiere Prati, dirette da Alessandro Vaccari.

Su Strehler

Contro le barbarie. Scritti politici e civili

Di Giorgio Strehler | Zolfo, 2022

Shakespeare Goldoni Brecht

Di Giorgio Strehler | Il Saggiatore, 2022

Giorgio Strehler. Il ragazzo di Trieste. Vita, morte e miracoli

Di Cristina Battocletti | La nave di Teseo, 2021

20 lezioni su Giorgio Strehler

Di Alberto Bentoglio | Cue Press, 2020

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