Diario di bordo

Il cinguettio strozzato

Lunedì 22 novembre

Sta facendo storia la vicenda di Elon Musk e di Twitter, con l’uomo più ricco del mondo che si scopre l’eterno megalomane fascistoide, convinto di poter piegare al suo volere una delle fonti di comunicazione più importanti del mondo. E per farne cosa, poi? Beh, è semplice: per riportare alla Casa Bianca Donald Trump, per diffondere teorie complottiste, razziste e antisemite, per assicurarsi che nessuno contesti il suo potere. Nel giro di un mese, l’uomo che ha sborsato 44 miliardi di dollari per umiliare gli utenti e i lavoratori di Twitter, ha proceduto a tappe forzate: ha licenziato immediatamente metà dei dipendenti (3500 persone), ha riammesso l’account criminogeno di Trump, ha fatto dichiarazione di voto per i repubblicani, ha chiesto “a chi vuole rimanere” di allungare l’orario di lavoro (... ma a salario uguale, eh? Se c’è una cosa che Musk non sopporta sono i sindacati).

Bene, il Cattivone ha già preso parecchie musate: su Twitter la pubblicità è crollata, gli utenti se ne vanno a schiere, la credibilità del sito è andata a farsi benedire… e poi è successo qualcosa che nessuno aveva previsto: circa 1500 dipendenti di Twitter se ne sono andati; non sono “bassa forza”, in genere si tratta di ingegneri che hanno in carica la macchina quotidiana dell’azienda; hanno dato le dimissioni, rinunciando, in media, a 220.000 dollari l’anno di stipendio, lasciando il funzionamento di Twitter “appeso al caso”, e in attesa di un crack.

Perché “i rivoltosi” l’hanno fatto? Difficile, per ora, saperlo con certezza. Un misto di ragioni morali e di antipatia “politica” verso Musk, probabilmente.
Ma difficilmente queste persone troveranno lavoro: la Silicon Valley è entrata ufficialmente in crisi, e nel solo ultimo mese ci sono stati più di centomila (!) licenziamenti.
E questo rende la loro scelta ancora più meritevole di attenzione e di simpatia.

A San Francisco, quattro anni fa, venne inaugurata la Salesforce Tower, edificio fantastico di 335 metri a forma di obelisco (ma nel linguaggio popolare è un enorme fallo), simbolo del trionfo tech, sede di centinaia di uffici. Poi arrivò il Covid. Oggi è vuoto. In città ci sono altri cento spazi commerciali deserti. Dove sono andate le persone che li abitavano? Nessuno lo sa con precisione…
Forse è iniziata una rivoluzione.

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