Martedì 15 novembre
Dal nostro inviato a San Francisco, Enrico Deaglio
L’altro giorno sui giornali c’era una di quelle notizie che ci piace leggere.
In Inghilterra, otto anni fa, un certo Neil Trotter, meccanico, vinse alla lotteria ben 108 milioni di sterline: il sogno di una gran parte dell’umanità.
In genere queste storie (per la soddisfazione della gran parte dell’umanità, che per sua natura è invidiosa) non finiscono bene: parenti addosso, falsi amici, ruffiani e truffatori sono capaci di ridurti sul lastrico. La storia del meccanico Neil, però, è diversa; ha raccontato di aver usato i soldi per comprare due auto sportive, una mega-villa con lago artificiale incorporato e tutto il prevedibile resto. Ma il risultato non è stato un granché: Neil ha detto che si annoia, gli manca il suo lavoro e passa le giornate davanti alla tv.
Queste storie di denaro e felicità sono pane per i denti del popolo, ma qualche volta, riservano sorprese.
Per esempio, Jeff Bezos, il patron di Amazon e secondo uomo più ricco del mondo, ha fatto sapere ieri che devolverà in filantropia i suoi 124 miliardi - billions, not millions - a favore della lotta contro il cambiamento climatico e per aiutare “comunità o gruppi di persone in difficoltà”. Anche Bill Gates, di ricchezza paragonabile, aveva fatto così. Altri mega-magnati americani, come Elon Musk, Peter Thiel e l’oscuro, ma purtroppo pericolosissimo Robert Mercer, invece, hanno fatto il contrario, mettendo i loro soldi su Trump, nella speranza dell’”uomo forte”, anzi fortissimo, che combatta in favore della razza bianca, minacciata dalla supremazia africana e asiatica.
Americanate, direte voi.
Qui da noi in Italia, invece, abbiamo una presidente del Consiglio che ha come principale nemico il miliardario ungherese americano George Soros, che viene accusato di finanziare, oltre alle ONG, nientemeno che il “ricambio della popolazione” europea, riempiendola di immigrati africani che “ci tolgono l’identità”. E dicono i sondaggi che Meloni ha un tasso di popolarità molto alto: sarà per questo? Qui da noi in Italia, se parlate di tassa patrimoniale, si indignano tutti; anche se parlate di tasse di successione; il povero Enrico Letta rimpiange ancora di averci provato...
Noi italiani siamo piuttosto per il piccolo condono, per l’abuso sanabile, per l’elogio dei furbi, per la pace fiscale, per il credito d’imposta da girare, per il contante, per la concessione autostradale, balneare, taxistica, per la Santanché ministra… Qui da noi in Italia, dove pure abbiamo San Francesco patrono, non c’è mai stato un super ricco che abbia messo i suoi soldi a disposizione.
Ma così facendo, finisce che ci annoiamo, come ci ha spiegato benissimo il meccanico Neil Trotter.
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