Diario di bordo

Il formaggio e i Vermeer

Giovedì 9 marzo 2023

Questa mattina ho ricevuto una telefonata che mi ha messo di buonumore.
Amici torinesi, da Amsterdam, mi informavano che erano felicemente davanti ai Vermeer esposti al Rijksmuseum e che si erano assicurati, anche per me, il catalogo della mostra.

La “mostra del secolo” che espone, per la prima volta, 28 degli appena 36 quadri dipinti dal pittore olandese Johannes Vermeer (1632-1675), finora sparsi in musei pubblici o privati in tutto il mondo, si era aperta il 10 febbraio e chiuderà il 4 giugno. Fortunati e previdenti, i miei amici che si sono prenotati in tempo; ormai non è più possibile, gli “slot” per i 200.000 visitatori sono tutti occupati. Peccato, mi sono detto, ma almeno sentirò il racconto e avrò il catalogo.

La cosa che mi ha messo di buonumore è però l’idea di questa enorme transumanza che si è organizzata per andare a riempirsi il cuore della luce, dell’intimità, della pace, di un’idea del mondo che sono uno dei maggiori simboli dell’Europa. E dire che Vermeer dipingeva in anni di guerra, di eserciti feroci, di benessere conquistato con la forza, di guerre di religione.

Un’idea di Europa più che mai valida, oggi che l’Europa ha la guerra alle porte, si organizza per mandare armi e munizioni a Kiev e Banksy dipinge sui muri delle case ucraine diroccate.

Mi sono detto "... ma guarda come sono bravi gli olandesi!"
Subito dopo però ho aggiunto: "... e quanto riusciamo ad essere fessi noi italiani, che in politica estera siamo buoni solo a far morire migranti sulle nostre coste. E però siamo tronfi, sovranisti, patrioti…"

Pensate che abbiamo un ministro - si chiama Giuseppe Lollobrigida - che governa la nostra agricoltura e la nostra “sovranità alimentare”.
L’onorevole Lollobrigida, appena l’altro giorno, ha lanciato una crociata. Il suo obiettivo sono i ristoranti italiani all’estero che si appropriano del sacro nome dell'Italia per spacciare cibi e vini scadenti. E forse neanche italiani.Cosa farà dunque il suo ministero?

Una severa inchiesta in tutto il mondo (vasto programma, avrebbe detto De Gaulle; compito difficile, che ricorda quello dei navigator) per scoprire che mozzarella, che olio, che vino, che olive, che pasta, che carne si serve in questi posti che sfruttano il nostro sacro marchio. Ha annunciato che sarà stilato “un disciplinare”, superato il quale, il ristoratore riceverà un bollino con su scritto: “approvato dal governo italiano”, o qualcosa di simile.

A questo siamo arrivati. E dire che, come gli olandesi hanno un brand mondiale (Vermeer), anche noi ne avevamo uno piuttosto forte, Lollobrigida.
E ce lo stiamo sprecando così. Bisognerebbe fargli causa, al ministro…

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