Quando Tonia Mastrobuoni, autrice e giornalista corrispondente da Berlino per La Repubblica, è venuta a fare una bella chiacchierata con noi in merito al suo saggio L’inattesa. Angela Merkel. Una biografia politica, abbiamo colto l’occasione per chiederle anche quale fosse il suo libro “cult”.
Pur nella comprensibile difficoltà di individuare un unico libro, ci ha segnalato Considera l’aragosta del monumentale e compianto David Foster Wallace.
Raccontare l'11 settembre, o l'ascesa della tennista Tracy Austin, analizzare l'ironia di Kafka e il suo influsso sulla mentalità degli studenti universitari, riflettere sul tragico destino delle aragoste, recarsi agli Oscar del cinema porno. Dieci anni in ascolto della voce profonda degli USA: da un talk-show reazionario condotto da un presentatore che si veste appositamente per venire bene in radio, fino alla carovana mediatica che insegue un avversario di Bush nelle primarie repubblicane.
Considera l’aragosta è una raccolta di saggi pubblicati nel 2005, una vera e propria “finestra” sull’America contemporanea spalancata dal genio letterario di David Foster Wallace. Lo stile della narrazione è, come sempre, un originale miscuglio di ironia, erudizione, intelligenza, grottesco e tragico, capace di coinvolgere il lettore in una vera e propria “esperienza letteraria” a tutto tondo, che lo accompagnerà sicuramente per lungo tempo.
Wallace non è un giornalista ma, da scrittore geniale quale è, riesce a fare benissimo, e molto meglio del 99% di tutti noi cronisti, questo mestiere meraviglioso
Già un semplice sguardo all’elenco dei saggi che compongono la raccolta mostra quanto eterogenea sarà la lettura che ci attende. Per citarne alcuni: Il figlio grosso e rosso è un’analisi dell’industria del porno in America; Autorità e uso della lingua un saggio di linguistica sorprendentemente interessante; Forza, Simba, un’immersione nella macchina organizzativa e mediatica della campagna elettorale di John McCain contro George Bush; Considera l’aragosta, che dà il titolo alla raccolta, un originale reportage scritto direttamente dalla fiera più importante del Maine in cui Wallace finisce per interrogarsi (e far interrogare tutti noi) su questioni morali relative all’omicidio di massa di inermi esseri senzienti a favore delle nostre papille gustative; La vista da casa della Sig.ra Thompson, un saggio che racconta gli attentati dell’11 settembre da un inedito punto di vista.
Insomma, come sempre quando leggiamo Wallace veniamo colpiti dal suo modo visionario ma lucidissimo di raccontare, senza mai sentirci a disagio seppure in un travolgente frullatore di immagini e storie spesso grottesche, domande ossessionanti, citazioni erudite, note che invadono il testo e infiniti e mai banali spunti di riflessione.
E questo è forse il suo maggior pregio come scrittore: saper essere complesso e divertente allo stesso tempo, oltre che sempre incredibilmente originale e onesto.
Se vi va di conoscere qualcosa di più su questo autore, potete leggere un altro articolo CULT dedicato a Wallace, dove recensiamo il suo romanzo monumentale Infinite Jest.
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