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Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood

Nei mesi scorsi ci è venuta a trovare Antonella Viola, immunologia e professoressa di Patologia generale presso l'Università di Padova, per presentarci il suo saggio Il sesso è (quasi) tutto.

Qui potete leggere e ascoltare la sua intervista completa.

Nel corso della nostra chiacchierata, ci ha consigliato la lettura di un romanzo della scrittrice Margaret Atwood, Il racconto dell'ancella, pubblicato nel 1985 e tornato in auge negli ultimi anni in seguito al clamoroso successo dell'omonima serie TV con la talentuosa Elisabeth Moss nel ruolo della protagonista.

In questa distopia la scrittrice ricrea un futuro non molto lontano devastato dalle radiazioni atomiche, in cui la fertilità umana è diventata sempre più rara. In un clima di disperazione e di terrore per il futuro della nostra razza, una setta religiosa prende il potere trasformando gli Stati Uniti, simbolo di democrazia e libertà, in una teocrazia patriarcale chiamata Repubblica di Gilead. Questa nuova società totalitaria si basa sul controllo del corpo femminile: le donne perdono quasi da un giorno all'altro ogni loro diritto e vengono suddivise in gruppi sociali con mansioni ben definite. In particolare, alle ultime donne fertili viene dato il compito di portare avanti la procreazione e vengono ridotte a mere incubatrici umane per dare figli alle famiglie più potenti, venendo di fatto violentate e schiavizzate gravidanza dopo gravidanza. Sono chiamate "le ancelle", ed è proprio dal racconto di una di loro, Offred, che si dipana tutta la vicenda narrata nel romanzo.

Un mondo distopico, senza dubbio, ma non lontanissimo da molte delle situazioni difficili che le donne hanno dovuto affrontare e che in alcuni Paesi stanno ancora vivendo (...) Dovremmo leggerlo tutti per renderci conto di che cosa può accadere se non manteniamo sempre alta l'attenzione quando si parla di diritti delle donne, del corpo delle donne o della medicina legata alla nostra salute

Antonella Viola

Leggendo Il racconto dell'ancella si percepisce la condanna dei totalitarismi ma, forse in modo ancora più potente e urgente, la necessità della rivendicazione dei diritti delle donne in una società che resta profondamente patriarcale. 

Da sempre le distopie si ispirano a ingiustizie o problemi del presente esasperandoli, creando scenari cupi in cui tali storture sono estremizzate e rese reali mostrando tutte le terribili conseguenze sulla vita delle persone. In questo modo pongono l'attenzione su tali questioni nella speranza che gli scenari apocalittici ipotizzati non si realizzino. Sono veicoli di critica sociale e politica sempre molto attuali, volti a stimolare una riflessione oltre che fornire un intrattenimento.

Non è una caso che il romanzo della Atwood sia ulteriormente tornato alla ribalta in queste ultime settimane a seguito della clamorosa sentenza della Corte suprema americana che ha di fatto abolito il diritto costituzionale all'aborto, ribaltando la «Roe v. Wade» che tutelava tale diritto da cinquant'anni e aprendo la strada all'introduzione di divieti o restrizioni all'aborto in tutti gli Stati Uniti. 

Lo ha, ad esempio, citato lo scrittore americano Stephen King che ha commentato la sentenza con il Twitter "Welcome to The Handmaid's Tale". 

Le ancelle di Gilead e, più in generale, il clima di oppressione e sfruttamento delle donne sui cui si basa la società distopica immaginata dalla Atwood, sembrano pericolosamente vicine. Anche se gli Stati Uniti di oggi non si sono trasformati improvvisamente in Gilead, questa sentenza resta gravissima e getta un'ombra inquietante sul futuro: rimette in discussione un diritto ormai ritenuto assodato e apre la porta alla possibile modifica di altri diritti costituzionali di cui non sembrava più necessario preoccuparsi, almeno nel mondo occidentale. Dopotutto, se hanno toccato questo diritto, quali altri decisioni potranno prendere? 

Anche per questo motivo non c'è consiglio di lettura più attuale de Il racconto dell'ancella per ricordarci quanto i diritti acquisiti a cui noi ci appelliamo e su cui si fonda la nostra libertà siano precari e da tutelare, e quanto vadano difesi senza darli mai per scontati. 

Infine, per tutti coloro che si dovessero appassionare alla storia di Offred e al destino di Gilead, nel 2019 Margaret Atwood ha scritto I testamenti, un sequel altrettanto esplosivo e vincitore del prestigioso Booker Prize: da leggere assolutamente per dare risposta ai tanti interrogativi rimasti aperti alla fine de Il racconto dell'ancella.

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