Il sesso è (quasi) tutto, la medicina secondo Antonella Viola

Le icone sulle porte dei bagni pubblici, le caselle da spuntare sui documenti, i cartelli nei negozi di abbigliamento: viviamo in un mondo binario, in cui il fatto di essere maschi o femmine condiziona la maggior parte della nostra vita quotidiana inquadrandoci in ruoli e oneri specifici.
Ma qual è la differenza fra sesso e genere? E in che modo l’appartenenza al genere maschile o femminile rischia di compromettere la nostra salute?

A queste e altre domande risponde l’immunologa e divulgatrice scientifica Antonella Viola, che nel saggio Il sesso è (quasi) tutto auspica l’avvento di quella che definisce una medicina di genere, ovvero di un nuovo tipo di medicina che valorizzi e tenga conto delle differenze esistenti fra uomini e donne. “Non soltanto perché i nostri cuori e il nostro apparato respiratorio funzionano in modo diverso, ma anche perché ci sono in gioco tutte quelle componenti culturali e socio-economiche che ci portano ad avere stili di vita differenti.”

A causa di secoli di stereotipi e generalizzazioni, la medicina di oggi si trova a pagare il prezzo di centinaia di mancate diagnosi con conseguenze gravissime per la nostra salute: un esempio su tutti gli attacchi di cuore, che nell’immaginario comune ci sembrano appannaggio del solo genere maschile solo perché le patologie cardiache sono sempre state studiate da uomini su uomini. Il risultato? Molti studenti di medicina non saprebbero riconoscere i sintomi di infarto su un soggetto femminile, perché i sintomi sono del tutto differenti.

Oltre a portare quindi avanti il concetto di medicina di genere, nel corso della nostra intervista la dottoressa Antonella Viola sottolinea l’importanza di una buona pedagogia per introdurre le giovani generazioni alla considerazione della differenza come valore, così da evitare atteggiamenti di chiusura e discriminazione verso chi non aderisce perfettamente agli schemi predefiniti.

E se quindi è bene educare alla diversità anche i più piccoli, per quanto riguarda la schiera dei millennial e della Gen Z Antonella Viola si trova costretta ad ammettere che sulla tematica del genere “sono molto più avanti di noi, perché considerano orientamento sessuale e identità di genere come qualcosa di molto più fluido.”

Una vera e propria rivoluzione culturale, quindi, che riflette la sempre maggior apertura del campo scientifico al genere femminile, sebbene Antonella Viola puntualizzi che ci sia ancora molta strada da fare: “Le nostre studentesse subiscono ancora una grande discriminazione, perché sono ancora molto diffusi stereotipi che non le vorrebbero altrettanto capaci dei loro colleghi uomini, che fanno carriera più facilmente. È un percorso ancora lungo da compiere. La rivoluzione può essere iniziata, ma non si è conclusa. Siamo solo all'inizio”.