Matteo Bussola consiglia Slam Dunk di Takehiko Inoue

Matteo Bussola è venuto a trovarci e ha raccontato ai nostri microfoni la fatica e la bellezza incontrati nel suo ultimo libro, Un buon posto in cui fermarsi, edito Einaudi, (qui l'intervista).

In questa occasione gli abbiamo chiesto qual è il suo consiglio di lettura e, da appassionato di manga, nonché da esperto fumettista, ha scelto di proporci Slam Dunk di Takehiko Inoue.

La serie di Slam Dunk è una tra le più famose e amate, soprattutto fra quelle dei manga spokon – ovvero quei manga che hanno al centro lo sport, in questo caso il basket.

Il protagonista, Hanamichi Sakuragi, frequenta il primo anno del liceo e non fa altro che litigare con chiunque. Tutto degenera quando la ragazza con cui stava lo lascia per mettersi con un giocatore di pallacanestro, e lui, già non fortunatissimo in amore, diviene anche l'obiettivo favorito dello humor degli amici. 

Ma l'incontro con Haruko Akagi cambia le cose: lei è impressionata dalla sua prestanza fisica che sembra indicare una naturale predisposizione per il basket. Così, ormai infatuato, Hanamichi entra nella squadra di basket della scuola.

Ambientato in un liceo e indirizzato prevalentemente a un pubblico shōnen (ovvero di ragazzi), non ferma solo le dinamiche di adolescenti e la loro scacchiera emotiva, fatta di luci e ombre tipiche dell'età, ma innesca quella riflessione su una conflittualità delicata e al contempo intensa che mette l'impegno strutturato e il talento naturale in contrasto e poi in collaborazione.

Cosa, fra i due, ha la meglio?

È la fatica di chi vede l'obiettivo lontano, non eccelle ma gronda di lavoro, sebbene spesso ci sia chi nasce avendo una predisposizione naturale e ne fa ovviamente un punto di forza.

Eppure anche il talento vuole le sue limature, il suo sudore, forse – ancora meglio – la sua disciplina.

E questo manga mette in luce proprio la dualità della faccenda, segnandone uno dei migliori esempi sull'argomento.