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Metro-Goldwyn-Mayer celebra 100 anni, sotto il segno del leone ruggente.
Fondata il 17 aprile 1924, nasce dall'unione della Metro Pictures, della Goldwyn Pictures e della Pictures di Louis B. Mayer; tra i padri fondatori dell’industria cinematografica.
La storica compagnia può vantare del più vasto catalogo dell'entertainment del mondo, con più di 4000 film, oltre ad avere nel suo palmarès 208 Premi Oscar.
Preceduta dalla fama della sua mascotte, la MGM domina sulle orme del leone più famoso di Hollywood, Leo the Lion, incastonato nell’immaginario collettivo grazie al suo iconico ruggito.
Con lo slogan «Più stelle di quante ce ne sono in paradiso», gli Studios si assicurarono le maggiori star dell’epoca tra cui Lon Chaney, Greta Garbo, Joan Crawford, Clark Gable, Jean Harlow e Spencer Tracy diventando la società più prestigiosa di Hollywood. MGM dominò per tutta la Golden Age raggiungendo l’apice con capolavori come Via col vento, Il mago di Oz e Ben Hur.
Per festeggiare un secolo dei mitici Studios, eccovi 10 titoli che hanno fatto la storia.
Rocky (1976)
Parabola del riscatto che trasformò Sylvester Stallone in un’icona. Tre Oscar, tra cui miglior film e miglior regia. Realizzato con un budget di 1 milione di dollari ne incassò 225, generando una delle saghe più amate di sempre. Butkus, il bullmastiff di Rocky, era il vero cane dell’attore; Stallone era così al verde che fu costretto a venderlo per 50 dollari.
Una settimana dopo, riuscì ad ottenere i diritti per la sceneggiatura e lo riacquistò.
2001: Odissea nello spazio (1968)
Il kolossal sci-fi di Stanley Kubrick, frutto di una stretta collaborazione con lo scrittore Arthur C. Clarke. Pavimenti rotanti, astronavi giganti e stargate con fasci di led (senza l’ausilio della CGI); il film è antesignano di praticamente tutto ciò che è stato fatto in materia di viaggi nello spazio, tecnologia e cinema di fantascienza.
Una riflessione sul rapporto fra uomo e universo (HAL 9000 docet).
Gli invasati (1963)
Da Robert Wise, l’archetipo del genere «case infestate». Basato sulla ghost story di Shirley Jackson, è incentrato su un gruppo introdotto al paranormale in una gotica dimora del New England: la Hill House (in realtà era Ettington Park nel Warwickshire). Scorsese lo ha inserito al primo posto nella sua personale top 10 degli horror più terrificanti di tutti i tempi.
Agente 007 - Licenza di uccidere (1962)
Caposaldo della saga sulle mirabolanti imprese di James Bond. Sean Connery ne è stata la prima e seminale incarnazione, interpretando l’eroe dalla penna di Ian Fleming in sette film. L’agente 007 ci viene presentato nella sua epica battuta: «Bond, James Bond». Con lui, Ursula Andress: regina delle Bond girl, in bikini e conchiglia tra le mani.
Intrigo internazionale (1959)
Capolavoro di Alfred Hitchcock con Cary Grant (alla sua quarta collaborazione con il maestro del brivido) pubblicitario coinvolto, per errore, in una vicenda di spionaggio: tra un’arrampicata sui volti dei presidenti scolpiti sul monte Rushmore e un velivolo fuori controllo. La scena con il pilota-killer è stata girata con un vero aereo.
Ben Hur (1959)
Il kolossal dei kolossal. Capolavoro di William Wyler, narra l’epopea di un nobile giudeo che troverà la sua vendetta nella grandiosa corsa delle bighe che consacrò Charlton Heston nel firmamento di Hollywood. Girato a Cinecittà, il film fa incetta di Oscar vincendone 11.
Cantando sotto la pioggia (1952)
Da Stanley Donen, il «film di Hollywood su Hollywood» con Gene Kelly star del muto che vive il passaggio al sonoro. La celeberrima sequenza sotto la pioggia fu, in realtà, girata di giorno con i teloni che coprivano la scena per creare l’effetto notte (e con l’attore che aveva oltre 39 di febbre).
Scandalo a Filadelfia (1940)
Da George Cukor, uno dei migliori esempi di «comedy of remarriage». Il film darà una svolta definitiva alla leggendaria carriera di Katharine Hepburn, qui, nei panni della ricca Tracy Lord contesa tra Cary Grant e James Stewart. Avendo i diritti della pièce originale, a lei regalati dal miliardario Howard Hughes, l’attrice dei record riuscì a venderli a condizione di essere lei la star della pellicola.
Il Mago di Oz (1939)
MGM in tutto il suo splendore. Il classico di Victor Fleming capace di incantare generazioni nella voce di Judy Garland che ci fa volare Over the Rainbow.
Dal romanzo fantasy di Frank Lyman Baum, la storia della piccola Dorothy e del suo viaggio in un regno incantato con pantofole di rubino ai piedi.
Passaggio definitivo al colore grazie alla celebre scena che, dallo sbiadito Kansas, si tramuta nel trionfale Technicolor del mondo di Oz.
Le sfavillanti scarpette di 2.300 paillettes, color rosso vivo, sono il Sacro Graal di Hollywood.
Via col vento (1939)
Il titolo più rappresentativo della Golden Age hollywoodiana con Victor Fleming che entrò nella storia del cinema dividendosi con il set de Il Mago di Oz.
L’immenso sforzo produttivo di MGM ha reso questo classico la più grande opera mai realizzata; con Vivien Leigh (Rossella O'Hara) e Clark Gable (Rhett Butler) destinati all’immortalità.
Fu il film col maggiore incasso nella storia per oltre un quarto di secolo; se adattato all'inflazione, mantiene ancora tale record. Premiato con 10 Oscar.
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