Il 7 febbraio 1914, il Vagabondo di Charlie Chaplin faceva il suo debutto sul grande schermo in Charlot ingombrante.
Il cortometraggio muto di 6 minuti che rappresenta la prima apparizione del più grande comico di sempre nei panni del suo personaggio più iconico.
Realizzato dai Keystone Studios e diretto da Henry Lehrman, il film ritrae Chaplin nel ruolo di spettatore «molesto» di una corsa di go-kart a Venice (Los Angeles).
Il corto si apre come un vero e proprio cinegiornale, incentrato su una gara automobilistica per bambini ma le riprese vengono intralciate da Charlot che entra continuamente nel campo visivo, generando frustrazione nel cameraman. Malgrado i fallimentari tentativi del regista di allontanarlo, Charlot non si schioda da lì. Gli spettatori della gara, inizialmente perplessi, sono presto divertiti dalle buffonate del vagabondo.
Distribuito negli Stati Uniti dalla Mutual Film, l’opera fu trasmessa in TV coi titoli Charlot sul circuito e Charlot si distingue.
Un progetto internazionale avviato nel 2003 dalla Cineteca di Bologna, dal British Film Institute e da Lobster Films in collaborazione, con l'Association Chaplin consente oggi di rivederle nelle migliori condizioni e con nuovi accompagnamenti musicali.
Kid Auto Races at Venice (questo il titolo originale del film) fu girato in quarantacinque minuti, nel pomeriggio dell'11 gennaio di 110 anni fa, durante la Junior Vanderbilt Cup; una vera gara in cui Chaplin e Lehrman improvvisavano gag davanti a veri spettatori. Insolitamente, la cinepresa rompe la quarta parete per mostrarne una seconda che riprende (come se fosse la prima).
In questa fase, Chaplin interferisce solo con la telecamera visibile sullo schermo, non con quella vera e propria che riprende.
In questo modo la macchina da presa assume il punto di vista dello spettatore e Kid Auto Races at Venice diventa uno dei primi film a mostrare una cinepresa e un cameraman in azione.
Il film ebbe una valenza enorme, in quanto gli spettatori poterono vedere per la prima volta il personaggio di Charlot, il Vagabondo chapliniano.
La Vanderbilt Cup è un prestigioso trofeo automobilistico tra i più seguiti negli Stati Uniti, e l’edizione 1914 di Santa Monica, in California, comprendeva una versione junior dell'evento, con diverse classi.
Il film di Chaplin include una scena girata in fondo alla rampa, utilizzata per le gare senza motore. Nel 2020, Charlot ingombrante è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America. Non fu però il primo corto con Charlot in ordine di produzione, poiché la settimana precedente - il 2 febbraio - l’attore inglese aveva terminato le riprese di Charlot all'hotel che, tuttavia, fu montato e distribuito dopo.
Capolavoro di comicità assoluta e grande racconto della solitudine, La febbre dell'oro è 'il' film per cui Chaplin avrebbe voluto essere ricordato.
Ispirato dal comico francese Max Linder (inventore della prima grande maschera del cinema), Chaplin apprende l'arte dello slapstick durante la sua formazione al Circo di Casey, un misto di varietà e numeri circensi.
Prima che irrompesse sugli schermi con «il tramp più famoso di tutti i tempi», il comico britannico esordì nell'ancora acerbo mondo del cinema con il cortometraggio Charlot giornalista ma, nonostante il titolo italiano, non interpretava ancora Charlot.
L'idea per l’outfit del Vagabondo gli venne solo dopo un momento di riflessione: «Mentre andavo al guardaroba pensavo di vestirmi con pantaloni larghi, il cappotto stretto, scarpe oversize, un bastone e una piccola bombetta. Volevo che tutto fosse in contraddizione.» I baffi vennero aggiunti per invecchiare il suo viso da 24enne senza, però, nasconderne la mimica.
La genialità della lunga gestazione del Vagabondo sta nel fatto che Chaplin creò un character che doveva rispecchiare l’uomo medio, prima che venisse identificato come un outsider.
Charlot fu il primo antieroe amato dal pubblico, in un’epoca in cui i vagabondi dei film erano tutti personaggi negativi: scassinatori, borseggiatori e rapinatori di treni.
Chaplin impiegò un anno per girare un film eterno che, per la prima volta, faceva ridere e piangere gli spettatori di tutto il mondo
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