Anniversari e Ricorrenze

Eleonora Duse, a cent'anni dalla scomparsa di una diva senza tempo

Immagine tratta dal libro "Eleonora Duse" di Emil Alphons Rheinhardt, Castelvecchi, 2024

Immagine tratta dal libro "Eleonora Duse" di Emil Alphons Rheinhardt, Castelvecchi, 2024

Eleonora, Giulia, Amalia. Dal mondo conosciuta come Eleonora Duse, la “Diva”. Nata il 3 ottobre 1858 a Vigevano, da Angelica Cappelletto e Vincenzo Duse, due attori di teatro. Figlia d’arte, dunque, muove fin da subito i suoi primi passi sul palcoscenico

Come accadeva allora nel teatro ottocentesco visse a lungo nomade, ma grazie alla forte volontà, le collaborazioni con bravi attori e le indiscusse capacità espressive divenne l’attrice italiana più famosa nel mondo e per molti anni prima donna nei testi dei maggiori autori teatrali del suo tempo.

Sempre al seguito della compagnia teatrale del padre, Eleonora ha quattro anni, quando recita nella parte di Cosetta dei Miserabili di Victor Hugo. A dodici sostituisce la madre ammalata nella parte di Francesca da Rimini di Silvio Pellico. A quattordici è Giulietta. Poi, un susseguirsi di prove sempre più impegnative fino all’ingresso nella compagnia Pezzana-Brunetti nel 1875 e in quella di Ciotti-Belli Blanes nel 1878 nel ruolo di prima amorosa.

Ma è nel 1880, a soli ventidue anni, che Eleonora Duse diventa prima attrice nella compagnia di Cesare Rossi.

Sposa Tebaldo Cecchi un attore discreto ma di buon cuore, capace di sostenerla: da lui avrà la figlia Enrichetta. Quattro anni dopo, inizia una relazione con Arrigo Boito che lei definirà «il filo rosso della mia esistenza».

Di lei Sergio Tofano (1886-1973), celebre personalità del teatro e del cinema di quegli anni, dirà: «la sua recitazione era ridotta alla più pura e limpida essenzialità, assolutamente scevra dei tanti barocchismi e capricci vocali cari alle attrici sue contemporanee».

Una diva, quindi, anticonvenzionale tanto nella vita e nel lavoro – che rivoluzionò il teatro e la recitazione per il suo studio sul personaggio e per il ruolo di prima attrice e prima donna capocomica in una compagnia di cui era padrona assoluta. Anche la sua bellezza è una bellezza fuori dagli schemi: Eleonora non si trucca mai, né in teatro né fuori, indossa fiera i suoi lineamenti marcati, non affatto in linea con i canoni estetici dell’epoca. Anche per questo, forse, è particolarmente apprezzata sia dal pubblico sia dalla critica. Così la ritrae il critico francese Jules Lemaitre:

È molto più che bella. D’un pallore opaco e un po’ olivastro, la fronte solida sotto le ciocche nere, le sopracciglie serpentine, i begli occhi dallo sguardo clemente, una bocca grande, pesante nel riposo ma incredibilmente mobile e plastica […] La voce è chiara e fine

Eleonora Duse
Eleonora Duse Di Emil Alphons Rheinhardt;

Eleonora Duse è stata una delle più grandi attrici del teatro moderno, un’artista capace di scatenare nel pubblico violente passioni. Nata da una famiglia di attori, Eleonora trascorse un’infanzia nomade, recitando fin da bambina. Furono soprattutto le sue coraggiose scelte di repertorio a renderla famosa: le pièce di autori come Dumas, Ibsen, Gor’kij portavano sulla ribalta vizi e valori borghesi, ritraendo un mondo nel quale era sempre più difficile esternare emozioni sincere.

A teatro, nel vasto ed eterogeneo repertorio di eccezionali figure femminili che si trova a interpretare, Eleonora Duse veste i panni di Teresa Raquin nell'omonima opera di Zola, ma anche de La principessa di Bagdad, La signora delle camelie, La moglie di Claudio, Cavalleria Rusticana, Antonio e Cleopatra, Casa di bambola, La donna del maree, per citarne alcune. 

La sua, è un'interpretazione che rompe gli schemi del teatro ottocentesco attingendo in larga parte dall’istinto. Per l’attrice, infatti, recitare sembra essere un fatto naturale, un avvenimento spontaneo; spesso si lascia andare all'improvvisazione, a volte cammina in lungo e in largo sul palcoscenico, gesticola, poi si siede e comincia a parlare. Altre volte, nelle scene più drammatiche, si aggrappa alle tende del sipario e piange disperatamente.

La Diva, infatti, recita ovunque ma sempre in italiano: le sue performance, infatti, sempre così intense e incisive, le permettono di viaggiare sulla scia delle emozioni oltre la parola, arrivando tramite la sua espressività a quel pubblico che non intende la sua lingue o le sue parole, ma ne coglie e ne intende tutta l'espressività. 

Nel 1882 l’incontro con Gabriele D’Annunzio. La leggenda narra di un romantico incontro nelle calli di Venezia tra lei e lo scrittore più celebre del tempo, (ri)conosciuto come il “poeta vate”. La città lagunare, del resto, costituisce per eccellenza la cornice della loro tormentata storia d’amore, quella che lo stesso D’Annunzio ha raccontato nella sua opera Il fuoco.

D’Annunzio e la Duse si conoscevano già prima che sbocciasse l’amore a Venezia. Si erano incontrati a Roma molti anni prima, probabilmente affascinati e attratti l’uno dall’altra fin dal primo sguardo. Dieci anni dopo il loro primo incontro, nel giugno 1892, D’Annunzio le scrive una dedica (Alla divina Eleonora Duse) su un esemplare delle sue Elegie romane.

La Divina desiderò così conoscerlo.

"Vedo il sole”, scrisse Eleonora Duse nel primo biglietto per Gabriele d’Annunzio, definendo quel loro incontro come “un incantesimo solare”.

Quando inizia a frequentare D’Annunzio, l’attrice era già una celebrità in Europa e in America. E fu lei a portare sulle scene i testi teatrali di D’Annunzio: Il sogno di un mattino di primavera, La Gioconda, Francesca da Rimini, La città morta, La figlia di Iorio, spesso finanziando le produzioni.

Senza saperlo, il loro amore inaugurò il divismo moderno e alimentò le cronache mondane per anni. Tuttavia, quel loro incontro, non fu certamente del tutto privo d'interesse: da un lato, infatti il connubio artistico con la più celebrata attrice del tempo permetteva a Gabriele di avvicinare il pubblico ai suoi miti e alla sua poesia, dall'altro alla Duse premeva rinnovare il suo repertorio e legare la propria arte a testi che fossero “suoi” e soltanto suoi. E per di più cadde fulminata dal grande seduttore che, pur amandola, finì per stancarsene, come sempre.

Nel 1904 la loro travagliata storia d’amore, infatti, finisce e i due si incontreranno, un’ultima volta per puro caso a Milano nel 1922. Eleonora Duse morirà due anni dopo quell’incontro, il 21 aprile del 1924.

Nonostante le turbolente difficoltà, trascorsero insieme una decina di anni di passione e rotture, liti e tradimenti, ma anche di reciproca ispirazione artistica. Ci rimangono le foto, i diari, i romanzi e le epistole. Nel 1907 D’Annunzio scrisse nei suoi Taccuini:

Nessuna donna mi ha mai amato come Eleonora, né prima, né dopo. Questa è la verità lacerata dal rimorso e addolcita dal rimpianto

Nel libro intitolato La fine dell'incantesimo. Lettere inedite del 1904 Duse-d'Annunzio, Franca Minnucci ricostruisce parte del carteggio tra i due amanti. A dir la verità, quasi tutte le lettere di lui sono andate distrutte, ma se ne salva una del 17 luglio 1904, poco dopo la fine della loro storia, che le riassume tutte:

«Il bisogno imperioso della vita violenta – della vita carnale, del piacere, del pericolo fisico, dell’allegrezza – mi hanno tratto lontano. E tu – che talvolta ti sei commossa fino alle lacrime dinanzi a un mio movimento istintivo come ti commuovi dinanzi alla fame di un animale o dinanzi allo sforzo d’una pianta per superare un muro triste – tu puoi farmi onta di questo bisogno?»

La risposta della Duse, gli giunse pochi giorni dopo:

Non parlarmi dell’impero della ragione, della tua ‘vita carnale’, della tua sete di ‘vita gioiosa’. – Son sazia di queste parole! – Da anni ti ascolto dirle. Non ti posso seguire interamente, né interamente comprendere [...] Quale amore potrai tu trovare, degno e profondo, che vive solo di gaudio?

I libri su Eleonora Duse

Divina. I due cuori di Eleonora Duse

Di Patrizia Tamà | Rizzoli, 2024

Eleonora Duse

Di Emil Alphons Rheinhardt | Castelvecchi, 2024

Primadonna. Novelle per Eleonora Duse

Di Maria Pia Pagani | Bibliotheka Edizioni, 2024

Più che l'amore. Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio

Di Annamaria Andreoli | Marsilio, 2017

Eleonora Duse capocomica

Di Francesca Simoncini | Le Lettere, 2011

Come il mare io ti parlo. Lettere 1894-1923

Di Gabriele D'AnnunzioEleonora Duse | Bompiani, 2014

Eleonora Duse ovvero vivere ardendo

Di Mario Cacciaglia | Rusconi Libri, 1998

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