Venerdì 22 aprile
La storia è talmente assurda che si fatica a crederci.
Dunque: lo stato della Florida, governato dal repubblicano Ron De Santis (trumpiano, in questo momento il più forte candidato del suo partito per le elezioni presidenziali del 2024), approva una legge per cui è vietato insegnare nelle scuole qualsiasi cosa abbia attinenza con “le teorie di genere” e con la nefasta influenza che ebbe lo schiavismo sulla storia americana.
Vengono vietati libri e non vengono protetti i diritti di studenti e insegnanti che appartengono alle minoranze. Insomma, un bel passo indietro verso il medioevo, o meglio verso l’ordinata società di maschi bianchi che aveva fatto l’America Grande, prima che democratici, satanisti, omosessuali, pedofili e socialisti la rovinassero.
E fin qui, siamo in linea con quello che succede in Europa. Infatti, Putin ha invaso l’Ucraina per evitare, come abbiamo appreso dal patriarca Kirill, che a Kiev si svolgessero i Gay Pride.
Ma, tornando alla Florida, qual è il motore dell’economia dello stato? Il “Disney World”, ovvero il complesso di parchi tematici che da più di cinquant’anni attira decine di milioni di visitatori l’anno, impiega circa 80.000 persone e porta alla Florida un incasso di 5 miliardi di dollari l’anno. Ragion per cui, da sempre, Disney gode di cospicue esenzioni fiscali, in particolare “autogoverna” lo spazio di due provincie, su un’area di 100 chilometri quadrati. “Un mondo a parte”, secondo i voleri del fondatore Walt Disney che – si sa da tempo, ormai – era un tipo che non amava le donne, non amava gli ebrei, non contemplava neri a Paperopoli e anzi simpatizzava per Hitler.
Quindi, nessuna sorpresa che l’amministratore delegato di Disney World abbia fatto sapere che approvava la nuova legge della Florida.
Ma qui è avvenuto l’imprevisto, e cioè che i dipendenti hanno dichiarato pubblicamente di non essere assolutamente d’accordo; pensano che sia una legge che li discrimini, sul posto di lavoro, a scuola, in generale nella vita sociale. Nessuno se lo aspettava, nel mondo fatato di Walt Disney. L’amministratore ha dovuto scusarsi pubblicamente e schierarsi con le sue creature ribelli.
Per cui, nuovo colpo di scena, il parlamento della Florida decide di eliminare le esenzioni fiscali della Disney - roba grossa - il titolo ha pesanti cadute in borsa, il futuro è in ballo e Ron De Sanctis (forse) ha capito di averla fatta grossa: si è messo contro Mickey Mouse, che in genere vince sempre…
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