Personalmente, il messaggio epocale della fotografia mi sembra il segno di come sono cambiati i tempi
Due uomini adulti che piangono tenendosi per mano.
Un’immagine che ha fatto il giro del mondo, sui media tradizionali e sui social. A richiamare l’attenzione, naturalmente, è stato il fatto che gli uomini in questione sono celebri, Roger Federer e Rafa Nadal; e la circostanza eccezionale, l’addio al tennis di uno dei più forti campioni di tutti i tempi, per alcuni il più grande di sempre, al di là dei numeri da record e dei titoli vinti.
Molti ci hanno letto la bellezza dello sport: la possibilità che due grandi rivali possano essere in qualche modo amici, uniti al punto da commuoversi insieme, uno perché lascia, l’altro perché nulla sarà più come prima senza l’avversario con il quale ha giocato sfide indimenticabili. E questo, indubbiamente, è bello.
Personalmente, tuttavia, il messaggio epocale della fotografia è un altro: il segno di come sono cambiati i tempi.
Rivali sportivi che sentono il legame di avere sofferto insieme, sia pure da parti opposte del campo, e quindi di comprendersi a vicenda come nessun altro può comprenderli, ce ne sono stati anche altri. Però, così a memoria, non ricordo immagini di due uomini maturi (41 e 36 anni) che piangono copiosamente e si tengono per mano, in pubblico, davanti agli spettatori di un’arena e a milioni di persone che li guardano in tivù. Due cose che gli uomini di solito non fanno: piangere e lasciarsi andare a un gesto di reciproca tenerezza, di fronte a tutti.
Atteggiamenti considerati poco virili, quindi in teoria lontanissimi dai grandi dello sport che incarnano ai nostri occhi i moderni gladiatori, sinonimo di forza, ardimento, determinazione di ferro. E anche senza bisogno di pensare allo sport, negli Stati Uniti è per esempio rarissimo vedere uomini che si abbracciano e si baciano, sulle guance, come fanno abitualmente gli italiani al momento di salutarsi fra parenti o amici.
Per me, dunque, Federer e Nadal hanno rotto un tabù.
Si sono tenuti per mano come due bambini. Si sono messi a piangere come bambini. Ma non sono bambini: sono uomini fatti.
Per molti versi, sono anzi superuomini. Ebbene, anche i superuomini non si vergognano a piangere e tenersi per mano fra di loro.
Merito di Roger e Rafa di avercelo fatto vedere e capire. Due grandi campioni anche in questo.
Aurora ed Emma sembrano due donne diverse in tutto. Ma quando la vita si mette per traverso, sono solo una madre e una figlia che combattono dalla stessa parte.
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