Diario di bordo

Salvini e la parola data

Lunedì 5 settembre

Nel giorno in cui il Cremlino annunciava l’arrivo della “grande tempesta” sull’Europa se non rinuncerà alle sanzioni; in cui gli ispettori dell’ONU rischiavano la pelle nella centrale nucleare in pericolo; in cui Joe Biden annunciava un ennesimo massiccio invio di armi a Kiev… beh, in questo giorno 193 della guerra, Matteo Salvini ha avuto indubbiamente coraggio. Ha annunciato che lui sta con Putin e che non vede l’ora di essere al governo per porre fine a questa demenza delle sanzioni contro la Russia, che “danneggiano il lavoro italiano”, (il tutto detto di fronte a una platea di banchieri, imprenditori e influencer finanziari, che non sono così ingenui da scegliere di buttarsi nelle braccia dello Zar per difendere il lavoro italiano).

Ma Salvini ha fatto chiaramente capire che sarà questo il contributo che la Lega porterà a Palazzo Chigi; e Meloni si dovrà abituare, perché senza Lega lei non va da nessuna parte. E infatti Meloni ha abbozzato e così pure Antonio Tajani.

Coraggio delle proprie idee? Incoscienza? O Salvini non poteva fare altro?
Lo sapremo presto, ma certo la sua mossa cambia non di poco la campagna elettorale. L’incognita maggiore, credo, riguarda la base di elettori leghisti, che oggi appare molto insoddisfatta del suo “Capitano”. I vecchi cavalli di battaglia sono un po’ ansimanti, sarà l’armata russa a ridargli fiducia? Risolleverà il loro umore, nelle difficili scelte uninominali da prendere in cabina elettorale?

La seconda incognita riguarda il fair play elettorale. Per esempio, oggi “La Stampa” pubblica il documento che stabilì, fin dal 2017, la cooperazione tra Lega Nord e Russia Unita, il partito di Putin; è fin troppo nota la trattativa tra la Lega e uomini di Putin a Mosca per una vendita diretta di gas all’Italia nel 2018, con conseguente finanziamento al partito, per 69 milioni. Clamorosa iniziativa peraltro immediatamente rivelata dal giornale online americano Buzzfeed” l’indagine langue presso la procura di Milano.
Difficile pensare che di questa storia non torni di attualità: Salvini si è lui stesso prestato ad essere indicato come l’agente di Putin.

La terza incognita è: chi gli ha fatto fare una mossa così rischiosa?

Io certo non lo so, ma sono sicuro che i lettori di Maremosso hanno una risposta.
Forse Salvini è semplicemente una persona che rispetta la parola data.

 

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