Giovedì 17 febbraio
Nel 1972, durante la storica visita di Nixon nella Cina di Mao, venne chiesto al ministro degli Esteri Chou En Lai, che da giovane aveva lavorato in Francia, che cosa pensasse della Rivoluzione francese. Chou En Lai rispose: “Troppo presto per giudicarla”, pur essendo passati duecento anni. Un po’ la stessa reticenza si verifica oggi: sul calendario delle ricorrenze si ricorda che il 17 febbraio 2022 è il trentennale della data di arresto dell'ingegnere socialista Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano per una banale storia di tangenti legati alla sostituzione dei sanitari della casa di riposo.
Di lì - dice la storia ufficiale - prese le mosse il grande evento di “Mani Pulite”, una colossale inchiesta giudiziaria che svelò la corruzione generalizzata e mandò al cimitero una classe politica che durava ininterrottamente dal 1945. Eroe n.1, l’ex poliziotto molisano divenuto PM, Antonio Di Pietro. Cattivo. 1, Bettino Craxi, lo spregevole segretario del PSI, che trascinò con sé la Democrazia Cristiana, il Partito Liberale, il Partito Repubblicano, il Partito Socialdemocratico.
Ai margini della scena, quasi un passante sulla scena del delitto, il PCI – PDS.
Vittime del sistema, gli industriali costretti a pagare il pizzo. Beneficiari dell’”azione moralizzatrice” dei magistrati milanesi?
Il popolo italiano onesto che sostenne la giustizia, salutando con gioia la fine della prima repubblica, corrotta.
Il tutto avvenne in soli due anni (1992 – 1994), poi cominciò la "Seconda Repubblica", in cui gli italiani furono finalmente governati da persone oneste, provenienti dalle professioni, frutto del merito e delle competenze. E in cui, giustamente, i magistrati furono premiati, dando loro, nella società, la supremazia morale che si erano conquistate.
Questa la narrazione che è andata avanti per trent’anni, ad alto livello di zuccherosità.
Ma davvero le cose andarono così? C’è spazio per una rilettura degli eventi?
(Ndr: per una ulteriore riflessione sul tema, vi invitiamo ad ascoltare la testimonianza di Gherardo Colombo)
Parto da un libro, uscito di recente: Goffredo Buccini, Il tempo delle mani pulite, edizioni Laterza.
L’autore, al tempo giovane cronista giudiziario del Corriere riflette, amaramente, sull’eccesso di entusiasmo che dominò la stampa italiana. In altre parti si riflette poi su chi beneficiò realmente delle Mani Pulite, e li si individua facilmente nell’”antipolitica” che fiorì rigogliosa proprio in quegli anni, prima con la Lega di Bossi e con Forza Italia di Berlusconi, poi con il partito di Di Pietro, poi con l’attacco alla “Casta” e con l’occupazione del potere da parte della magistratura… tutti fenomeni che portarono infine al grottesco successo di Beppe Grillo e alla recente implosione della magistratura medesima, trascinata nella polvere dagli stessi che erano stati i Robespierre di trent’anni fa.
Si riflette poi sul fatto che Mani pulite non abbia portato, purtroppo, alcun miglioramento nella moralità pubblica.
Sul fatto che vennero usati metodi violenti (la carcerazione preventiva di alcune migliaia di persone, l’intimidazione, la gogna mediatica che comportò suicidi). Si dovrebbe poi riflettere sul fatto che in quel 1992 altri avvenimenti si accompagnarono a quelli milanesi: per esempio, il 12 marzo venne ucciso a Palermo Salvo Lima, il vicerè mafioso di Giulio Andreotti; per esempio, crollò la lira; per esempio, l’esercito venne mandato in Sicilia dopo le stragi degli attentati a Falcone e Borsellino; per esempio, venne imposto un “prestito forzoso” per salvare l’economia italiana.
Tutto questo che c’azzeccava con le tangenti sui gabinetti del Trivulzio, il grande intuito di Antonio Di Pietro? Suvvia.
Dei tremila industriali, industrialotti, industrialoni che si precipitarono a confessare da Di Pietro, davvero nessuno gli parlò mai della mafia che Milano la governava? Suvvia. E se Mani Pulite fosse stata una grande distrazione?
È presto per dare giudizi su Mani Pulite, non c’è dubbio.
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| Chiarelettere, 2022Di
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