Il 29 dicembre Michael Schumacher, sette volte campione del mondo di Formula 1, si trova a Méribel, in Francia, con la famiglia e gli amici per trascorrere le vacanze natalizie, come fa ormai da anni. Poco prima delle 11 scende lungo la pista rossa Chamois, poi il resto del gruppo decide di spostarsi su una sta blu, separata da quella precedente da pochi metri di tratto non segnalato.
Schumi lo percorre a velocità ridotta ma è sorpreso da una roccia nascosta dalla neve. La colpisce, cade di testa su un altro masso e il casco si rompe. Viene portato velocemente all'ospedale di Grenoble, dove arriva in coma. Lo operano subito al cervello, e le sue condizioni resteranno pressoché un segreto.
Qualche anno prima, nel 2005, dopo la vittoria di cinque Mondiali consecutivi, e un anno prima del ritiro dalla Formula 1 (dalla quale non riuscirà a stare lontano, ritirandosi definitivamente nel 2012 a 43 anni), il giornalista Leo Turrini scrive la sua biografia. La prefazione è di Piero Ferrari, che lo descrive così:
Cosa conta di più nella Formula Uno, l'uomo o la macchina? Il progresso tecnologico sembrava aver dato la risposta definitiva: la differenza la fa il mezzo meccanico. Poi, è arrivato Michael Schumacher. Sette volte campione del mondo, ha battuto tutti i record: gran premi vinti, pole position conquistate, giri veloci segnati. Nessuno, nel mondo dell'automobilismo, ha vinto tanto quanto lui.
Che cosa avrebbe pensato, Enzo Ferrari, del campione e dell'uomo. Mio padre sapeva riconoscere i talenti e apprezzava la serietà professionale in chi rischiava in proprio per amore della velocità. Di Schumi sarebbe stato dunque un ammiratore e sono sicuro che lo avrebbe ingaggiato volentieri. Eppure, al tempo stesso credo che avrebbe fatto fatica a collocarlo secondo i canoni della sua particolare interpretazione della figura del pilota.[...] Ecco, Michael Schumacher è invece, nella vita di tutti i giorni, un uomo perfettamente tranquillo. Non gli conosco stranezze o innocenti manie. Tanto è straordinario nel mestiere che svolge quanto è semplice nelle piccole cose quotidiane. Non somiglia a nessuno dei suoi predecessori. La sua, davvero, è la leggenda di un uomo normale.
Nel 1991 l’arrivo di Michael Schumacher stravolge il mondo della Formula 1. Perfino Ayrton Senna, il pilota più temuto e venerato di sempre, si sente minacciato. Flavio Briatore lo coccola, ma una volta che il tedesco avrà vinto due Mondiali con la sua Benetton, dovrà lasciarlo andare alla Ferrari.
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