Venerdì 10 marzo 2023
Ieri ho passato un bel po’ di ore – e con felicità crescente - a seguire, su “Haaretz”, la cronaca delle incredibili manifestazioni per la democrazia in Israele: autostrade bloccate, aeroporto circondato, membri dell’esercito, del Mossad e impiegati dell’high tech in corteo… Netanyahu costretto a nascondersi e a prendere un volo per Roma, capitale dell'unico Paese che sembra dargli ancora retta (qui trovate la storia delle manifestazioni e delle ragioni che le stanno scatenando).
A dimostrazione dell’ampiezza della sua disgrazia politica, segnalo qui una notizia davvero inaspettata.
La traduttrice scelta per fare da interprete del premier nel suo intervento in programma in Sinagoga a Roma, ha cortesemente rifiutato l’incarico offertole dall’ambasciata d’Israele a Roma. Si chiama Olga Dalia Padoa e ha spiegato le sue ragioni su Facebook; vale la pena riportarle per intero, perché sono una testimonianza che riempie di allegria. Eccole:
Mi è stato chiesto di tradurre Benjamin Netanyahu in occasione della sua visita domani a Roma.
Ci ho riflettuto a lungo, poi ho deciso di rispondere così al committente:
Cara xxxx,
volevo ringraziarla per la gentile proposta di tradurre l’intervento di Benjamin Netanyahu il 9 marzo prossimo. Purtroppo devo rifiutare. Non solo non condivido le idee politiche di Netanyahu, le ritengo altamente pericolose riguardo al benessere e alla salvaguardia della democrazia nello stato d’Israele.
C’è più di questo: se accetto di collaborare alla sua traduzione in un momento in cui l’intero Paese sta opponendosi a lui, i miei figli non mi guarderanno più in faccia. Ho provato a convincerli che si tratta solo di una questione lavorativa, e che se dovessi rifiutare, il mio gesto non cambierebbe le cose più di tanto, ma loro non hanno voluto sentire ragioni.
Mi hanno stupita: di solito sembrano avere poca speranza nel futuro della specie umana, in un periodo travagliato e difficile come questo.
E mi incoraggiano sempre ad accettare nuovi lavori. Invece qui sono stati inflessibili: non si collabora con chi promuove principi fascisti e liberticidi, non si fa e basta.
Ho deciso di ascoltarli.
Un caro saluto,
Olga Dalia Padoa
Nelle stesse ore, però Netanyahu aveva trovato non solo un interprete, ma un megafono, nella persona di Maurizio Molinari, direttore del quotidiano “La Repubblica”.
A lui si deve un’intervista (che trovate facilmente in rete) che ha pochi precedenti. Un aspirante dittatore, contro cui un intero popolo manifesta, trova ospitalità e manifesta simpatia in un giornale che fu democratico.
Perché? Sono sicuro che la domanda sarà posta.
Di
| Neri Pozza, 2019Di
| Einaudi, 2021Di
| Neri Pozza, 2019Potrebbero interessarti anche
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