MaliDizioni

In ricordo di Mark Lanegan

Non ho messo la sveglia, nemmeno oggi.

Tanto gli occhi si aprono alle 4.24 e riesco a concedermi la pace al massimo fino alle 5.12 quando, puntuale come un F24, arriva il momento di alzarsi. Anche oggi.

Il telefono è a caricare, la luce del bagno accesa così come quella dell’abat-jour alla mia sinistra.

La stanza puzza di fumo. Anzi no, puzza di portacenere.
E sì, non è né salutare né elegante, ma a me piace fumare a letto e ogni tanto me lo concedo.
Mi piace meno svegliarmi e sentire il disagio di quello che della fumata rimane.

Ho mangiato troppo poco e diviso una bottiglia di vino con un'amica e nemmeno questo fa particolarmente bene, ma è andata così. Ammetto di essere due persone completamente diverse alle 10 e alle 22 ma per fortuna non è sempre così, altrimenti i miei mostri avrebbero dei nomi difficilmente pronunciabili.

Sensodicolpa tiene stretto il portacenere e Mali-nconia mi stringe forte mentre alza il volume.

That bad old sun forever shining on / The world keeps turning, though my hope is gone / I close my eyes and when that day is done / I hang my head and dream about no one

Show me direction and I'm good to go / I'm trying so hard, always fall so low / And when I fall, there'll be another star / I'm chasing my tail, always running

Insi mi manca.
Mi manca quel suo essere comunque un mostro legato al futuro, a quello che ancora c'è da fare.
I due che mi tengono in ostaggio questa mattina prima dell’alba sono in bilico tra presente e passato, mi invitano a mettermi comoda su un’amaca che si trasforma in un baccello che prima ti scalda al suo interno, poi ti stringe fino quasi a soffocarti.

Mi porta su un divano ricavato da un letto, stretta a qualcuno in cui decidevo di avere fiducia, in un supermercato affollato dove ci si ritrova fischiettando un tema. Mi porta in un sogno a occhi aperti, su un carretto, a suonare e aspettare.

Mi alzo.

Mi sono bruciata l’anulare con la macchina del caffè americano, la miscela per la moka è finita ieri. Lo spremiagrumi mi sembra l’Everest e il primo segno di vecchiaia mi suggerisce che un tempo bevevamo Lagavulin come fosse Fanta al limone. Oggi, al solo pensiero, cerco il Brufen da mattino dopo. 

Con bevevamo intendo io e la vecchia banda che per fortuna è sempre a un passo da me, anche quando è lontanissima nel tempo e nello spazio.

Ci sono mattine, come quella di oggi, in cui sarebbe straordinario qualcuno citofonasse per dirmi che sono in ritardo sull'ora di una partenza.

Oh, it is so hard / With the answers I find / Weary of heart / Weary soul / Weak of mind / Oh, it is so hard

Invece rimango sola con il mio caffè.

I gatti guardano l’orizzonte, io mi chiedo cosa ci sia dall’altra parte.

È arrivata l’alba e si è presa una voce, qualcuno che mi accarezzava. 

Non esistono più il divano, il supermercato, forse solo i sogni col carretto.

Chissà se ha un nome il saper coltivare ricordi felici su canzoni tristi.

Chissà cosa c’è da imparare in questa storia.

Chissà, chissà, chissà.

Now you heard my song, will you turn and go / Give me a reason and I'll say it's so / If you stand by me, I could never leave / You'd be the reason, something to believe

Aprite lafeltrinelli.it e cercate Mark Lanegan. Offro io.

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