Ancora una volta mi sono resa conto che per me la letteratura è un po’ quello, attraversare questa componente inevitabile dell’esperienza umana: il dolore.
È molto difficile parlare di Una vita come tante, perché è un libro bellissimo e straziante allo stesso tempo.
La vita di Jude è così permeata dal dolore che il lettore arriverà a chiedersi: ma è davvero possibile che tutto questo faccia parte della vita di una persona, che questa possa sopportare, ignorare, sopprimere e poi rialzarsi dopo la violenza e gli abusi subiti? O l’unica opzione che ha è arrendersi e soccombere?
In una New York fervida e sontuosa vivono quattro ragazzi, ex compagni di college, che da sempre sono stati vicini l'uno all'altro. Si sono trasferiti nella metropoli da una cittadina del New England, e all'inizio sono sostenuti solo dalla loro amicizia e dall'ambizione.
Donatella Di Pietrantonio spiega che è proprio questo ciò che l’ha spinta ad andare avanti nella lettura, l’irreparabile sofferenza che fa parte della vita di Jude, presente in ogni pagina del romanzo di Hanya Yanagihara. Al contrario, è proprio questo che può spaventare il lettore, oltre la mole del libro stesso, che nella traduzione italiana per Sellerio è di oltre 1000 pagine. Ci rivolgiamo, quindi, a questi lettori, per dire loro: leggetelo, non lasciatevi intimorire.
Non respinge tanto la paura che quello che vi si legga possa accadere a noi o a coloro che amiamo, semmai lo straziante viaggio, fisico e metaforico, che Jude percorre per riuscire a stare a galla nella vita, raccontato con la lucida e meravigliosa scrittura dell’autrice americana. La portata narrativa di Una vita come tante, infatti, deve molto allo stile semplice, chiaro, talvolta brutale per quello che viene rappresentato, eppure allo stesso tempo dolce, pieno di amore ed emotività che Hanya Yanagihara infonde per tutta la durata del romanzo.
E poi ovviamente c’è la storia, bellissima, di quattro amici che faticano a trovare la propria strada, chi perché ha difficoltà nella carriera, come Willem, JB e Malcolm, chi perché porta un segreto che lascia degli strascichi in ogni pratica di vita sociale, conviviale, privata, come Jude.
Attorno a lui i ragazzi si stringeranno, proteggendo l’amico, arrabbiandosi, incanalando un insieme di sentimenti, anche contrastanti, di fronte all’opposizione di Jude e al suo fermo proposito di non volersi aprire, di non voler parlare di sé.
Scopriremo il perché, e il racconto della sua vita riassumerà in maniera scioccante il male più crudele di cui l’essere umano è capace e l’amore più grande che siamo disposti a dare, con sacrificio e cieca dedizione.
Con grande gioia ci uniamo quindi al consiglio di lettura che Donatella di Pietrantonio ci ha regalato in occasione della presentazione del suo ultimo romanzo, L’età fragile (Einaudi). Al termine dell’intervista, la scrittrice abruzzese ci ha svelato infatti di non amare i libri divertenti: Una vita come tante sicuramente non lo è, ma questo romanzo vi trasporterà in un mondo talmente vivido da sembrare reale, e da non riuscire a staccarvi dalle sue 1000 pagine dense e struggenti.
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