Quanti di voi sanno cos’è un rumore bianco?
Recenti studi hanno portato all’attenzione questo termine, definendolo quasi una dipendenza: suoni come quello dell’asciugacapelli, della cappa da cucina, della cabina di un aeroplano, vengono utilizzati da sempre più persone per rilassarsi, addormentarsi o concentrarsi per svolgere attività che richiedano un impegno mentale come studiare o lavorare.
Fabio Bacà – finalista del Premio Strega 2022 che abbiamo avuto il piacere di intervistare in occasione del suo romanzo Nova – non allude però a questo quando ci consiglia di leggere Rumore bianco di Don DeLillo.
O forse sì?
Jack Gladney è professore di studi hitleriani presso un campus dove i detriti della cultura popolare americana sono divenuti la nuova bibbia e il supermarket la sua biblioteca. Ma la vita rassicurante e consumistica di Jack e della sua famiglia viene improvvisamente inghiottita da una nube letale. La paura della morte che accomuna Jack e la moglie Babette diviene così una forza prorompente, un raggio di luce nera in grado di perforare il muro di «rumore bianco» che avvolge questo capolavoro di fine millennio.
Il rumore bianco è un tipo di rumore che non ha periodicità: è costante in ogni spettro di frequenza e, come anticipato prima, è per lo più prodotto da elettrodomestici, compresi televisori, condizionatori e computer.
La correlazione con Rumore bianco di DeLillo diventa inevitabile: la tecnologia, in questo libro, è difatti parte integrante.
È la storia veramente geniale, folgorante, di un professore universitario specializzato in studi su Hitler che si trova in una serie di situazioni veramente esilaranti ma anche emblematiche, in una piccola cittadina americana
Il protagonista è Jack Gladney, docente di un college del Midwest (USA), specializzato nello studio approfondito di Hitler. La sua quarta moglie, Babette, vive con lui e i quattro figli che il marito ha avuto con lei e le donne precedenti.
Diviso in tre ampi capitoli, il primo narra le vicende familiari della famiglia Gladney, americana fino al midollo, che ne vede i componenti destreggiarsi tra scuola, lavoro, colleghi, spese al supermercato e una carrellata di elettrodomestici acquistati ad uso e consumo, oltre che capriccio.
Le nuove tecnologie, ieri come oggi, condizionano la vita a tal punto da anestetizzare sentimenti ed emozioni, ed ogni dialogo tra i personaggi si riduce ad una mera e assurda satira.
Nella seconda sezione, una perdita di materiali chimici da un treno provoca la creazione di una nuvola tossica che costringe gli abitanti del quartiere e la famiglia di Jack a fuggire. Nell’evacuazione, il protagonista viene infettato da sostanze piovute dalla nube e, in seguito ad approfondimenti medici, scopre che nel breve termine è destinato a morire.
Da qui entriamo nella terza parte, dominata da quella che possiamo definire la co-protagonista di Jack Gladney: la morte. La paura di morire, che precedentemente aveva ossessionato Babette a tal punto da prendere di nascosto delle capsule che dovevano ridurre tale paura, si impadronisce di Jack.
L’uomo, a sua volta, cercherà di impadronirsi di queste pastiglie ad ogni costo.
Forse anche a quello di uccidere.
Il romanzo è scritto magnificamente da un maestro del postmodernismo. Lo consiglio a tutti perché la sua scrittura è magnetica, le vicende narrate sono surreali ma divertentissime e credo che sia uno dei libri emblematici della fine del XX secolo
Possiamo giungere alla conclusione che qui il rumore bianco diventa sì un prodotto della tecnologia, ma che l’uomo utilizza per rimuovere l’idea della morte: ci illude, ci distrae, ci rilassa, ma in realtà è costante quanto essa, ricordandoci quanto sia presente e inevitabile.
Con questo iconico libro, Don DeLillo – figlio di immigrati italiani della provincia di Campobasso, nato nel Bronx di New York City – vince nel 1985 il National Book Award e si guadagna, come detto anche da Bacà, il titolo di postmodernista insieme ad altri grandi nomi come David Foster Wallace - designato anch'esso come autore cult da Tonia Mastrobuoni - e Paul Auster.
La sua capacità di osservazione della società americana è, come riscontrerete nel romanzo distopico, satirica, cinica e soprattutto vera.
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