Corinna De Cesare, trentotto anni, pugliese, fondatrice di thePeriod, una newsletter femminista, una voce dirompente del panorama letterario italano.
The period in inglese significa ciclo mestruale, ma anche punto e a capo
Nei mezzi di comunicazione dominanti prevale il male gaze, ovvero il punto di vista maschile chiamato a raccontare, interpretare,
Perché la scrittrice ha chiamato così la sua newsletter? Ci confida che fin da quanto studiava all'università, uno dei suoi pensieri più insistenti era la presenza della donna all'interno del sistema media.
La presenza delle donne nel mondo del giornalismo è di certo aumentata rispetto a quando Corinna ha iniziato i suoi studi, ma ancora oggi le donne ricoprono un ruolo poco importante.
Ancora oggi le donne faticano a trovare il proprio spazio
È questo il motivo per cui Corinna De Cesare non si è fermata alla sua tesi magistrale per approfondire la questione, ma è arrivata a thePeriod, un punto e a capo per dare uno spazio nel mondo giornalistico proprio alle donne.
In realtà non solo donne, ma l'intenzione di offrire uno sguardo diverso. Nuove voci, che si accostano a quelle maschili, così preponderanti. Tra queste anche redattori, giornalisti, inviati della comunità LGBTQ+.
Da poco Corinna ha abbandonato il Corriere della Sera, e noi le chiediamo se non la spaventa aver lasciato il proprio posto affinché un giornalista uomo possa raccontare i fatti filtrati attraverso il suo male gaze, quello sguardo maschile che permea di sé la maggior parte di articoli e cronache.
Criticare per criticare serve a poco, bisogna agire. Il mio modo di agire è stato quello di creare un nuovo spazio, aprire a tematiche, argomenti, sguardi diversi che non trovano spazio nei media tradizionali
E forse è proprio qui che si cela la risposta alla domanda provocatoria che le abbiamo posto. Corinna non ha lasciato spazio a un nuovo uomo e al suo sguardo, Corinna ha aperto un nuovo spazio. Non ha criticato, ha agito.
Un grande lavoro, quindi il suo, l'agire di una donna femminista sin da bambina, anche se non lo sapeva. Una coscienza critica rispetto agli stereotipi di genere che si è sviluppata veramente da subito e che si è tradotta in thePeriod.
Il percorso da femminista di Corinna De Cesare, però, non è ancora finito. Lo vede anche nell'educazione che dà alla figlia che, pur avendo una guida d'eccezione, è comunque immersa in un mondo che degli stereotipi di genere, purtroppo, ancora si ciba. L'autrice ci dà un piccolo esempio di come questi stereotipi siano ancora molto radicati: il linguaggio.
E questo linguaggio, sbagliato, pieno di errori, è il motore di quel giornalismo ancora con uno sguardo troppo maschile che ci fa leggere "Signora Lagarde" e "Draghi", non "Signor Draghi". Eh già, il cammino è ancora lungo.
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