Piergiorgio Pulixi è un gentiluomo capace di nefandezze inenarrabili.
Anzi, a dire il vero i crimini di cui questo gentilissimo ragazzo sardo, che nel giro di pochi anni ha saputo stabilire un riconosciuto dominio all'interno dell'affollato, difficile mondo del crime italiano, sono tutt'altro che inenarrabili: prova ne siano i tanti omicidi di cui sono costellati i suoi romanzi, tutti messi nero su bianco.
Il corpo di una ragazza viene ritrovato nelle acque paludose del Parco del Ticino, un passato scomodo ritorna a galla, i poliziotti devono essere più uniti che mai. In occasione dell’uscita in libreria del suo ultimo thriller, Piergiorgio Pulixi ci racconta un nuovo caso da risolvere. Riusciranno Vito Strega, Eva Croce e Mara Rais a inseguire il killer o saranno inseguiti?
La notizia è di quelle che richiedono un brindisi speciale. Su una terrazza incastonata nel Supramonte, in uno degli hotel più incantevoli della Sardegna, il vicequestore Vito Strega sta festeggiando la nascita della nuova unità investigativa sui crimini seriali. Con lui ci sono le inseparabili ispettrici Eva Croce e Mara Rais. Finalmente tutto sembra andare per il verso giusto. Ma una telefonata li riporta alla realtà e i tre devono salutare il cielo terso e il sole dell'isola.
Ma non pensiate, voi che dei delitti raccontati da Piergiorgio vi nutrite, di essere meno efferati dell'autore. No: Pulixi ha le idee chiarissime e ritiene che lo scrittore sia responsabile solo per il cinquanta per cento della storia che racconta. Il restante cinquanta per cento lo fa il lettore.
Faccio parte di quella schiera di autori che ritiene che tu autore, tu scrittore puoi scrivere solo il 50% del romanzo, l’altro 50% lo deve concepire, scrivere il lettore nella propria mente
Le premesse sono ottime per vivere un thriller in prima persona. Sfogliando le pagine di La settima luna sentiamo emozioni, profumi, suoni, ci creiamo un mondo. Leggere diventa un vero e proprio lavoro di traduzione. L'autore ci racconta questo nel parlarci della sua storia.
Se il caso da risolvere è complicato, ripesca nel passato omicidi molto simili, tormenta Vito Strega e non lo lascia andare, il rapporto tra l'autore e il lettore sembra invece essere molto semplice.
Vedo il lettore come un partner. Più il lettore collabora nell’atto creativo traducendo in immagini, sensazioni, meglio sarà coinvolto, più sarà partecipata la sua lettura
In questo romanzo, l'autore non si limita a gestire una storia nera, un'indagine, ma spazia tra più generi letterari, come ha iniziato a fare da un po'. Perché un giallo dovrebbe essere solo un giallo? Si perderebbe l'esplorazione dei meandri oscuri dell'umano, l'essenza di una psicologia tormentata dai ricordi come quella di Vito Strega.
E così fa per La settima luna che ci presenta come il racconto di ciò che succede dopo. Il dopo che una città che vive un omicidio diventato mediatico cerca di tornare lentamente alla normalità.
Cerco di non violentare l’immaginazione del lettore, cerco di dare un margine di libertà
In un mondo in cui il margine per raccontare storie che sembrino verosimili è sempre più stretto a causa una scienza che avanza, nuove tecniche di investigazione e una tecnologia noiosa da scrivere in un libro, Pulixi ci confessa che forse l'approccio da scegliere per far funzionare un giallo oggi è andare controcorrente. Ritornare a Simenon e al suo Maigret, quindi?
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