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Ecologia libidinale: verso un Green New Deal erotico

Quanto inquina la nostra libido? Qual è l’impatto che il soddisfacimento degli impulsi e dei desideri collegati alla nostra sessualità ha sull’ambiente in cui viviamo? Perché può essere utile - dal momento che tutto ciò che facciamo ha un qualche effetto sul mondo - isolare lo sfruttamento economico della libido dal generale complesso di attività economiche che hanno un impatto sull’ambiente e sul clima?

É rispondendo a queste domande che Dominic Pettman, professore di Media e New Humanities alla New School University di New York, espone in un suo recente saggio, Ecologia erotica (Tlon, 2023), la sua proposta di un Green New Deal erotico, orientato al superamento della crisi della libido che minaccia il nostro presente antropocenico.

Ecologia erotica. Sesso, libido e collasso del desiderio

Quanto inquina la nostra libido? A partire da questa spiazzante domanda, Dominic Pettman analizza il legame tra desiderio umano e crisi ecologica. La nostra epoca è segnata dal declino dell’eros, dall’indebolimento del legame tra piacere sessuale e riproduzione umana – e quindi, fatalmente, dall’estinzione. L’assurda distruzione del mondo procede di pari passo alla distruzione di noi stessi.

Si aprono così i sentieri di una nuova ecologia libidinale, che possiamo però scoprire solo attardandoci qualche istante sulla nozione intorno a cui ruota l’intera riflessione.

Il concetto di libido, coniato in psicanalisi da Freud, identificava nel suo pensiero un insieme di stimoli e di impulsi, un’energia vitale legata alla sessualità, ma non solo (e saranno altri autori, come lo stesso Jung, ad estenderne la portata). La libido quindi come “energia delle pulsioni di vita”, un flusso di pulsioni neutrale per definizione ma che, lasciato a sé stesso e senza freni, può creare gravi danni alla comunità ed impedire una compiuta civilizzazione. Tali ostacoli alla costruzione della civiltà, secondo Freud, si rimuovono attraverso la sublimazione: un riorientamento delle pulsioni libidiche dallo scopo specifico dell’accoppiamento verso scopi socialmente utili e culturalmente valorizzati. Quindi la creazione artistica, la riflessione intellettuale ma anche la cura disinteressata della vita di comunità. Un Giano bifronte, quindi, antagonisticamente sospeso tra l’essere inteso, sintetizza Pettman, “sia come la base del comportamento sessuale egoista e distruttivo sia come la fonte della compassione, dell’altruismo e del lavoro collettivo di costruzione del mondo”.

Oggigiorno, però, la libido collettiva è una tra le molte minacce di aggravamento della crisi ambientale e climatica. L’autore ne rinviene alcuni suggestivi, seppure grossolani, episodi indicativi nelle cronache recenti, dalle migliaia di copie di Cinquanta sfumature di grigio mandate al macero e non riciclabili fino alle campagna di Pornhub sulla piantumazione di un albero per ogni cento video visualizzati; dai sex toy biodegradabili fino all’iniziativa, sempre del colosso americano del porno, di The Wankband, un apparecchio da polso che, attraverso l’energia prodotta durante la masturbazione (wank), può ricaricare smartphone e altri dispositivi elettronici, compensando, attraverso lo sfruttamento di un’energia sporca, la molta energia consumata per usufruire dei contenuti pornografici. Un furbesco ritratto delle nuove frontiere del rapporto tra l’uomo, l’ambiente e la propria sessualità.

Mentre il clima si surriscalda, la nostra libido sembra raffreddarsi”. L’odierna società consumistica e tecnologicamente iperconnessa sta infatti generando una crisi della libido senza precedenti, attraverso la creazione di sempre nuovi desideri e di forme sempre più individualizzanti di realizzarli, in una frammentazione che conduce al solipsismo, dopo aver contribuito alla distruzione ambientale e alla monetizzazione dei desideri stessi.

La stimolazione sessuale virtuale a portata di click, la rappresentazione frenetica dell’oggetto del desiderio, di corpi nudi sempre accessibili e che realizzano le più remote fantasie, sono l’indice dell’esaurimento o del “picco” della libido che abbiamo oggi raggiunto, come lo definisce Pettman rifacendosi al “picco del petrolio”, nome che il geofisico statunitense M.King Hubbert ha coniato per identificare il momento in cui i combustibili fossili inizieranno ad esaurirsi.

La libido cessa così di essere quella forza sì potenzialmente perniciosa per la civiltà, ma al contempo, e soprattutto, indispensabile per il riprodursi della specie e per la cura della comunità, che può raggiungersi solo attraverso la rappresentazione dell’uomo individuo come “essere appartenente a una determinata specie” e come essere collettivo che vive tra passato e futuro e non si riduce ad un atomismo alienato dai contemporanei o dalle generazioni precedenti e dalle sfide del futuro. “Una grande percentuale della popolazione prova più piacere ad accarezzare uno smartphone che un proprio simile”, conclude lucidamente Pettman. Un bilancio triste che non deve però trovarci rassegnati.

Il Green New Deal erotico che Pettman tratteggia partendo da Freud e passando, fra i molti, per Marcuse, Wilhelm Reich e Bernard Stiegler, ruota intorno ad un’ecologia libidinale che possa superare un’economia libidinale - l’arte che, scambiando e barattando soddisfacimenti e sacrifici, ci permette di regolare i nostri impulsi libidici per investire nelle direzioni che ci facciano infine stare bene - segnata dalle evidenti fragilità economiche del nostro tempo. Dato l’ormai stretto legame, in sempre più campi, tra ecologia ed economia, una riperimetrazione dei desideri, una selezione non arbitraria di quelli negativi e inessenziali da trascurare e di quelli positivi da coltivare (ma su questo l’autore non pone grandi limiti) deve essere orientata al perseguimento di una indispensabile sostenibilità ambientale

Se l’ecologia libidinale “coglie il fatto che non siamo avvelenati solo dagli interventi artificiali nel mondo naturale, ma anche dall’ambiente culturale, e soprattutto dai gas serra veicolati attraverso la nostra ecologia dei media”, al contempo essa offre una risposta per ricostruire una dimensione collettiva futura che sia all’altezza dei nostri desideri. Qualunque essi siano, purché sottratti a processi di sfruttamento che li logorano e atti a contribuire alla cura di un mondo in rovina.

Per approfondire

Il disagio della civiltà. Testo tedesco a fronte

Di Sigmund Freud | Feltrinelli, 2021

Eros e civiltà

Di Herbert Marcuse | Einaudi, 2001

Le tre ecologie

Di Félix GuattariFranco La Cecla | Sonda, 2019

Amare, amarsi, amarci

Di Bernard Stiegler | Mimesis, 2014

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