Bassa marea

Heathrow da record

L’aeroporto di Heathrow è tornato a essere il numero uno d’Europa.
Con 18 milioni di passeggeri nel corso dei tre mesi estivi di luglio, agosto e settembre, alla media di 6 milioni al mese, il principale aeroporto londinese è diventato di nuovo il più trafficato del continente, superando i diretti rivali di Parigi, Francoforte e Amsterdam.
Un anno fa, a causa delle limitazioni ai viaggi aerei per la pandemia, Heathrow era soltanto al decimo posto a livello europeo per numero di passeggeri in transito.
Adesso, a dispetto di problemi di personale che in luglio hanno costretto l’aeroporto a limitare a 100mila il numero dei passeggeri al giorno, Heathrow ha riconquistato la corona di più grande hub aereo in Europa. E può continuare a crescere, perché è ancora a una quota passeggeri del 15 per cento più bassa rispetto a prima che scoppiasse la crisi del Covid.

Il dato è interessante al di là del primato di Heathrow, particolarmente ragguardevole tenuto conto che di aeroporti Londra ne ha altri quattro: Gatwick, Stansted, Luton e City.
La statistica su 6 milioni di viaggiatori al mese, soltanto in un aeroporto della capitale britannica, smentisce quello che alcuni profeti avevano previsto: cioè che la pandemia ci avrebbe cambiati, che avremmo cominciato a spostarci di meno, perlomeno in aereo, tra la paura del contagio e la nuova sensibilità ecologica raggiunta ammirando i cieli puliti e sgomberi al tempo dei lockdown.
Invece è tornato rapidamente tutto come prima, come se il coronavirus – peraltro ancora tra noi e di nuovo in ascesa dopo la riapertura delle scuole e il ritorno alle attività al chiuso – fosse stato soltanto un incubo.

Peccato per l’ambiente, che bisognerà difendere in altri modi: con le auto elettriche (personalmente, ne ho ordinata una), un giorno anche con gli aerei a motore elettrico.
Ma non ero tra quelli che, sulle ali della pandemia, si aspettavano e desideravano un ritorno al passato, un mondo in cui non avremmo più usato la macchina e l’aereo, ci saremmo spostati soltanto in bicicletta o a cavallo, ci saremmo innamorati delle vacanze a chilometro zero, nei borghi vicini a casa, rinunciando volentieri a Creta e Santorini, a Formentera, all’Oman, a Zanzibar e alle Maldive, per tacere di New York o del Perù. Non è bastato nemmeno il Covid a farci dire: fermate il mondo, voglio scendere!

Vogliamo invece continuare a vederlo, il mondo, con i nostri occhi. Siamo fatti così.
E non solo in estate: a Natale, a Heathrow, si prevede il pienone. 

Il bello di viaggiare da soli. Guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi

L’autrice, psicologa e viaggiatrice solitaria di lungo corso, ti porterà, attraverso il travel coaching, a lavorare su obiettivi concreti e ad agire su quei tratti della tua personalità che vorresti potenziare viaggiando.

Altre riflessioni di Enrico Franceschini

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente