È cominciato tutto con una battuta su TikTok.
In un video postato sul social media il 5 ottobre scorso per pubblicizzare la serie televisiva “House of the Dragon”, Emma D’Arcy si sente chiedere quale sia il suo cocktail preferito: “Negroni sbagliato”, risponde l’attrice senza esitazione in perfetto italiano.
Da notare che, per un inglese, “sbagliato” è una parola particolarmente difficile da pronunciare nella nostra lingua, i più lasciano uscire di bocca qualcosa che suona come “sbeghlyeto”, ma nel caso in questione Emma se la cava piuttosto bene: il suo post diventa virale, è già stato visto 30 milioni di volte.
Non è stata lei, tuttavia, a inventare il termine.
Come spiega ai non addetti ai lavori anglosassoni Henry Jeffreys, autore di un dizionario dei cocktail, un Negroni “sbagliato” è semplicemente un Negroni con il prosecco al posto del gin. “Il Negroni è buonissimo, ma anche piuttosto forte”, dice Jeffreys. “Lo sbagliato è un’alternativa valida se vuoi bere un Negroni ma vuoi anche essere in grado di fare qualcosa dopo averlo bevuto”. La gradazione alcolica passa dal 25-30 per cento della versione tradizionale, a seconda del barman, a un più mite 15 per cento per la versione “sbagliata”.
Come per tutte le storie di bar, anche su questa girano leggende: a fare nascere il Negroni sbagliato sarebbe stato un barman disattento che per errore ha preso una bottiglia di prosecco invece del gin. Un racconto apocrifo, probabilmente, ispirato dalla leggenda su come sia nato il Negroni stesso, anch’esso apparentemente per lo sbaglio di un barman, che voleva mescolare Campari, vermouth e acqua frizzante, ma distratto dall’arrivo di una bella donna prese una bottiglia di gin invece di quella del seltz.
Non ha importanza cosa ci sia dietro.
La notizia è che, nei bar di Londra e New York, adesso tutti imitano Emma d’Arcy, ordinando un “Negroni sbagliato”.
La pronuncia non è sempre perfetta, ma i baristi capiscono lo stesso. Salute! Cin-cin! Prosit! E buon weekend.
Sfogliare queste pagine è godersi lo stupore nel seguire l'evoluzione cangiante di un universo senza confini. Perché, anche nel mondo dei cocktail, "tutto cambia continuamente", quindi non è mai opportuno porre freni alla curiosità.
Altre riflessioni di Enrico Franceschini
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