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I ragazzi possono essere femministi? Una riflessione sul tema adolescenza e femminismo

La nostra società condiziona la vita delle donne fin da quando sono bambine. A differenza dei loro piccoli coetanei, le bimbe si sentono dire la parola bella di continuo e l’attenzione sul loro corpo – e quanto dovrebbe essere grazioso e adornato – parte fin dalla prima tutina indossata e si insinua sempre più presto nelle battute e nei commenti su magrezza o rotondità mai adeguate.

Sono già le giovanissime a doversi difendere da fidanzati possessivi e controllanti, e quando iniziano a uscire la sera hanno paura a rientrare a casa, si voltano di continuo dietro l’eco dei loro passi, rabbrividiscono per un fischio o una parola di troppo, a volte anche se sono in gruppo.

Scoprono gli sguardi troppo audaci sulle loro forme, le richieste inadeguate di qualche professore che in futuro potranno essere quelle dei datori di lavoro. Spesso vedono le loro madri occuparsi di ogni cosa, vittime di un carico mentale che è retaggio familiare da decenni. E non sono così sicure che un giorno vorranno procreare perché sentono parlare di come la maternità metterà un freno alla loro carriera e di come dovranno rimodulare ogni cosa per occuparsi a pieno di ritmo prima di tutto il resto e poi di loro stesse.

E fino a qui abbiamo parlato delle ragazze, che sono le protagoniste di stereotipi, pregiudizi, violenze, lotte, voglia e determinazione per provare a cambiare le cose.

Ma un punto di partenza nuovo e alternativo potrebbe – anzi dovrebbe – essere quello che vede i loro coetanei coinvolti allo stesso modo in questa tortuosa battaglia di cambiamento. Perché riguarda anche loro. E siamo noi adulti a doverglielo spiegare.

I ragazzi possono essere femministi? Tutto quello che i maschi avrebbero sempre voluto sapere (ma non hanno mai osato chiedere)

A chi serve il femminismo? Come faccio a far capire a una ragazza che m'interessa senza essere molesto? Devo essere un alleato? Davvero non si può più dire niente? A partire da queste e altre domande, il libro si rivolge ai ragazzi, non inteso come maschile universale di "ragazze e ragazzi" ma in senso proprio: giovani maschi che vogliano avvicinarsi al femminismo!

I ragazzi possono essere femministi? di Lorenzo Gasparrini, filosofo femminista, autore e formatore, edito da Settenove e illustrato dalla fumettista Cristina Portolano parte proprio dai giovani uomini e dal fatto che una società patriarcale e androcentrica è nociva per tutti e tutte coloro che la vivono – non solo per chi è di sesso femminile o fa parte di alcune minoranze discriminate – perché anche i bambini, i ragazzi e gli uomini sono vittime della mascolinità tossica, del machismo, di tutte quelle dinamiche dettate da un potere violento che ha il solo scopo di mantenere inalterati i propri privilegi.

Cosa significa che una relazione è femminista? Significa che è improntata su ascolto ed empatia. È una relazione in cui le persone prestano attenzione le une alle altre. Non stiamo parlando di persone, paranoiche, asfissianti o fuori controllo ma di attenzione e comprensione delle emozioni altrui

Le domande poste come fulcro di ogni capitolo sono quelle che Lorenzo Gasparrini ha affrontato nella sfera privata e come professionista e la modalità con cui vengono rappresentate nelle illustrazioni ed esplicitate con i concetti, gli esempi e le numerose osservazioni rendono il libro immediato e fluido nel suo snocciolarsi in questioni che sono centrali nel quotidiano di un adolescente e nel suo relazionarsi con la famiglia, con la società e anche con se stesso.

Cosa sono i femminismi? Cosa intendiamo quando parliamo di diversità o di internazionalismo? Quali sono le forme di violenza che possono essere esercitate? Come dovrei comportarmi a casa, nelle relazioni amorose? Quali sono le differenze tra genere e sesso? Da dove partono e come iniziano a far parte di noi le matrici culturali in cui restiamo immersi e a cui a volte è necessario opporsi?

La lingua è lo spazio nel quale certi problemi si manifestano, si vedono, hanno un nome o dovrebbero averlo; oppure è il luogo nel quale si può “dare fastidio”, cioè far sì che la società si accorga di una mancanza, di un problema, di una sofferenza, di un’oppressione. È per questo che i femminismo insistono tanto sulle questioni linguistiche

Il linguaggio che viene utilizzato in questo libro è in grado di arrivare con una chiarezza priva di semplicismi e quasi un po’ disarmante al cuore dei problemi e delle situazioni.

I giovani maschi hanno la possibilità grazie ai fumetti e alle risposte di fare un passo avanti rispetto agli uomini adulti, comprendere perché essere femministi è una scelta di valore che coinvolge tutte e tutti, perché la cultura patriarcale ha attanagliato ogni cosa costringendola in una morsa in cui la politica, l’economia, il pensiero e le azioni di pochi continuano a penalizzare e ferire la maggior parte delle altre persone.

Si chiama patriarcato, cioè un sistema culturale nel quale pochi uomini anziani e potenti sono ai vertici della gerarchia, mentre agli altri uomini è chiesto di soffrire per tutta la vita cercando di diventare anziani e potenti; nel frattempo saranno aiutati e curati da donne che non avrebbero altro scopo nella vita che aiutare gli uomini a diventare vecchi e potenti. Per chiunque altro che non sia uomo o donna eterosessuale non c’è spazio

Attraverso questo libro possiamo dire ai ragazzi che gli uni affianco alle altre hanno la possibilità di trasformare la loro piccola dimensione quotidiana e poi la società intera in un posto in cui essere libere e liberi.

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