Milano è una città apparentemente grande, con un hinterland a circondarla variegato ed esteso e, per visitarla ed apprezzare le sue bellezze spesso nascoste tra i cortili o nelle sale museali, si può iniziare facendo una bella passeggiata, approfittando di quando il sole rende il cielo di un azzurro terso e intenso, attraversarla camminando con lo spirito del flâneur, senza fretta, e ricercando gli angoli che hanno visto passare Storia e personaggi, storie ed emozioni.
A me piace tantissimo andare a zonzo, attraversando quartieri che conosco e quelli che invece riservano molte sorprese, privilegiando i luoghi che ho trovato raccontati in romanzi e canzoni.
Sono d'accordo con il poeta Maurizio Cucchi, per cui "Milano è la città ideale per andare a passeggio… Milano è riservatissima, ed è lo spazio ideale per il flâneur", descrivendo, con La traversata di Milano una serie di ritratti della città fisica e letteraria, riempiendo lo spazio di aneddoti e ricordi per coglierne l'intima anima, quella che ancora si ritrova nelle vecchie case di ringhiera, nei cortili accanto ai grattacieli, nelle trattorie tradizionali e nei bar più genuini (per conoscere questi posti si possono seguire i suggerimenti segnalati in I posti sinceri di Milano. Trattorie, bocciofile e altri luoghi che ancora resistono.
Una guida letteraria della città sulle tracce dei grandi scrittori del Novecento. Uno strumento originale per lanciarsi alla scoperta della metropoli meneghina e incontrare gli autori e le autrici che l'hanno raccontata, i personaggi che l'hanno vissuta.
Certo, magari ci si aspetterebbe nebbia fitta e freddo, un po' quello che pensano di trovare Totò e Peppino in cerca della malafemmina nel loro celebre film, ma si sa, i tempi sono cambiati... e anche della scighera ci sono giusto i ricordi, e tanti libri dove se ne parla.
Una città che è stata raccontata già nel passato, oggetto di intuizioni, scritti e opere che sono entrati nell'eternità, come quelli di Leonardo da Vinci, di cui bisogna andare a vedere il celeberrimo Cenacolo (sito nel refettorio del convento adiacente alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, capolavoro che ha ispirato uno tsunami di opere artistiche), o la Pinacoteca / Biblioteca Ambrosiana dove è conservato il suo Codice Atlantico, e in cui il tratto dell'operosità e del coraggio era già stato segnalato, per esempio nei tanti famosi tributi a Milano dell'autore francese di fine Settecento Stendhal. Quest'ultimo conosceva ed elogiava anche il grande poeta Carlo Porta, in cui le figure popolari emergono nella loro vivacità e umanità: garzoni di bottega, prostitute, ladri, uomini e donne che cercano di sopravvivere ad un destino avverso, un tratto che rimarrà distintivo nel racconto di Milano e dei suoi abitanti fatto attraverso poesie, canzoni, spettacoli teatrali; quei personaggi indimenticabili della cultura tradizionale milanese, descritti da Gaber, Jannacci, Fo, e altri poeti in musica e in parole, sono spesso gli ultimi, i dimenticati, persone semplici che cercano il loro posto nel mondo.
Lungo i Navigli invece, fulcro della vita notturna meneghina, posto ideale per un aperitivo, movida tra bar, ristorantini e negozietti, la sosta è d'obbligo al Ponte Alda Merini, situato sul Naviglio Grande, vicino alla Darsena, dedicato alla grande poetessa e scrittrice scomparsa quindici anni fa e mai dimenticata; lì vicino, l'abitazione in cui viveva e riceveva i suoi ospiti, suonava il piano e componeva le poesie così amate dai più giovani, perché cariche di passione, di vita, delle urgenze del cuore e degli affetti (Milano dai vorticosi pensieri / dove le mille allegrie / muoiono piangenti sul Naviglio). Nei pressi si può fare un giro allo Spazio Alda Merini, interessante esempio di Casa Museo, spazio aperto che si pone l'obiettivo di promuovere e valorizzare i talenti delle donne.
Per sostare ancora po' sui Navigli, possiamo leggere le pagine di Le cose che ci salvano di Lorenza Gentile, una storia che racconta un caso di solidarietà femminile e ci fa conoscere l'anima di questo quartiere.
Poco oltre c'è da fare una sosta all'ex casello ferroviario di Via Pesto, vicino alla fantastica chiesetta di San Cristoforo, che si specchia sull'acqua, guardando passare i tram, dove sono ambientate le vicende delle Miss Marple del Giambellino, le investigatrici dilettanti create dalla giornalista e scrittrice Rosa Teruzzi. A due passi da lì, si possono ammirare i murales dedicati a Diabolik (ideato dalle sorelle Giussani) e a Valentina (l'iconica figura creata da Guido Crepax).
Quella di Alda Merini è una poesia che muove attorno a un dolore radicale, assumendo multiformi aspetti: di ferita biografica, incubo mentale, ansia ascetica.
Un'idea per una conoscenza diversa della città potrebbe essere invece quella di seguire le sue passioni e le ricche offerte in ambito musicale (Milano sound system. 100 anni di suoni all'ombra del Duomo), sportivo (Voci a San Siro), artistico (La buona strada. 150 passeggiate d'autore a Milano di Philippe Daverio), cinematografico (Il cinema racconta Milano) o letterario (Milano in 10 passeggiate di Andrea Kerbaker).
Se invece il punto di partenza è il Duomo, sotto lo sguardo attento della Madonnina ("tuta d'ora e piscinina, ti te dominet Milan"), ci si può dirigere verso Porta Venezia, per vedere ed immaginare i luoghi descritti ne I promessi sposi del Manzoni, dove si trovava il Lazzaretto. Da lì è un attimo attraversare Corso Buenos Aires ed arrivare in zona Stazione Centrale per immergersi nelle atmosfere noir di Giorgio Scerbanenco, da lui definita "un pianeta a sé, é come una riserva di pellerossa nel mezzo della città". Per viverne la storia recente, si può fare una visita anche all'attiguo Memoriale della Shoah, magari avendo letto La stazione di Jacopo De Michelis e La calda estate del commissario Casablanca di Paolo Maggioni.
Il ponte della Ghisolfa è una raccolta di diciannove racconti pubblicata da Testori nel 1958; essa fa parte di un disegno più ampio, una sorta di "commedia umana" dal titolo "I segreti di Milano".
Scerbanenco, l'uomo dalle molte vite, è la fonte di ispirazione dei moltissimi che si sono cimentati a raccontare la città attraverso il suo lato oscuro, misterioso, criminale, un successo che non accenna a diminuire proprio perché le storie interpretano vicende e spiritualità proprie della metropoli milanese, dal centro alle periferie. Quindi, giusto per ricordare alcuni nomi, si possono segnalare Augusto de Angelis (e il suo commissario recentemente ripreso da Luca Crovi), Renato Olivieri, Dario Crapanzano, Piero Colaprico, Hans Tuzzi, Gianni Biondillo, Fabrizio Carcano, Raul Montanari, Alessandro Robecchi, Paolo Roversi, Gian Andrea Cerone, Andrea G. Pinketts.
Perché a Milano, si sa, di giallo non c'è solo il risotto.
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