Diario di bordo

Bucha? No: Uvalde, Texas

Giovedì 26 maggio

Scordatevi Bucha, Mariupol, e le fosse comuni dell’Ucraina.
Benvenuti in Texas, dove per riconoscere e dare un nome ai 19 bambini uccisi a Uvalde, la polizia ha chiesto alle famiglie di fornire il loro DNA e lo spazzolino da denti dei piccini per metterli a confronto. I corpi erano resi irriconoscibili dalle pallottole, le famiglie aspettavano il responso sedute sulle panchine di fronte all’ospedale.

Erano tutti messicani, Garcia, Torres, Castro, Mireles … perché Uvalde è all’80 per cento messicana, da sempre.
E da decenni votano repubblicano, chissà perché. Anche il killer era messicano, per il suo diciottesimo compleanno si era comprato due AR 15. Due, non uno. E chissà quali munizioni devastanti (il mercato delle munizioni è ancora più libero di quelle delle armi). Ha postato i suoi progetti su Facebook e nessuno ci ha fatto caso. È stato nella scuola un’ora, indisturbato, prima che venisse affrontato e ucciso.

Stamattina il governatore Greg Abbott, l’autore della legge che permette di portare armi in pubblico a chiunque, basta che abbia 18 anni, ha detto che non ha nulla di cui scusarsi, che il killer era un malato di mente, e ha aggiunto “in quella comunità ce ne sono tanti”.
Il palco della conferenza stampa era denso di uomini bianchi, corpulenti, molti con il cappellaccio da cow boy ben calcato in testa. Quando si è alzato per gridargli “vergogna”, lo storico candidato democratico Beto O’ Rourke (ancora giovane, beato lui) è stato cacciato e coperto di insulti. Anche il Texas è eterno; quelle immagini erano così simili a quelle che vedemmo a Dallas nel 1963, dopo l’omicidio del presidente Kennedy: poliziotti, cappelloni, armi in vista, e Jack Ruby ucciso in favore di telecamera. Beto può solo ringraziare che gli sia andata meglio.

Leggo in giro che questo è il suicidio dell’America, io direi del Texas. Leggo in giro che le armi sono l’essenza dell’America, ma non è vero, la maggioranza vorrebbe che fossero controllate. Per me la cosa più giusta l’ha detta l’allenatore dei Warriors, Steve Kerr: il nocciolo della questione sta nei 50 senatori repubblicani che sono tutti pagati dalla NRA, la compagnia che vende armi e munizioni, altro che iPhone e Tesla. Non uno di loro ha dato dopo Uvalde un segno di rimorso. Non uno.
E sabato, a Houston, la NRA ha confermato la sua convention.

Trump ha assicurato che sarà presente.   

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