Consiglio d'autore

Andrea De Carlo consiglia Garibaldi di Pierre Milza

L’eroe dei due mondi.
È di lui che Andrea De Carlo ci consiglia la lettura: Garibaldi, raccontato da Pierre Milza.

Libri sul grande condottiero potremmo trovarne a iosa, ma secondo l’autore di Io, Jack e Dio – che abbiamo avuto piacere di intervistare – la testimonianza più intrigante è quella dello storico francese, che ha dedicato 558 pagine all’avventurosa e travagliata vita di un personaggio che tutti pensiamo di conoscere.
Ma è davvero così?

Garibaldi
Garibaldi Di Pierre Milza;

Originario di una famiglia di modesti marinai e marinaio lui stesso, Garibaldi è forse l'italiano la cui figura è stata più celebrata e mitizzata all'estero. Ma quanto sappiamo davvero di questo personaggio così fortemente radicato nella storia e al tempo stesso così intriso di leggenda, che scelse fin da giovane di consacrare la propria esistenza alla causa della libertà? Pierre Milza ripercorre in modo brillante e documentato l'epopea avventurosa e rocambolesca del generale.

Spesso si rappresenta Garibaldi come il tontolone di buon cuore che ha fatto cose magnifiche ma anche pasticci. In realtà era un uomo molto più interessante. Questa biografia lo presenta nei vari aspetti: dai primi viaggi lungo il Mediterraneo come capitano di piccoli battelli alle sue battaglie in Sudamerica, fino alle imprese stupefacenti e sorprendenti in Italia

Andrea De Carlo

L’autore francese, le cui opere si sono sempre concentrate sulla storia d’Italia – complici le sue origini, poiché figlio di un emigrato italiano –, parte dall’infanzia nizzarda di Giuseppe Maria Garibaldi, mettendo in risalto il sorprendente paradosso che vede gli artefici dell’unità italiana (Verdi, Cavour, Mazzini e Garibaldi) nascere francesi.

Prosegue poi, mettendola sotto la lente di ingrandimento, quell’indomabile passione per il mare: anni ad osservarlo, nuotarci, navigarci, lo portano ad avere perennemente l’anima in tempesta, con un desiderio irrefrenabile di salpare per il largo.

Con Cesare Parodi, Celestino Bermann e Raffaele Deandreis, si decide a prendere il mare per dirigersi a Genova, ma a Monaco viene placcato da un corsaro mandato dal padre. Rientrato a Nizza, però, è ormai chiaro: Giuseppe Garibaldi non ha intenzione di seguire le imposizioni familiari che lo vogliono avvocato o prete, ma farà il marinaio.

Nel gennaio 1824 si imbarca così per la prima volta verso Odessa, sbocco portuale dell’Ucraina e poi a Taganrog, nel mar d’Azov, per fare rifornimento di cereali, olio, vino e spezie. Farà ritorno a Nizza nel mese di luglio, e da lì quello che ormai è diventato un bisogno, si consoliderà definitivamente.

Dopo diversi viaggi marittimi con il padre, si lancia nel commercio marittimo, navigando in alto mare e trasportando merci e passeggeri. Si scontra con le onde che si scagliano contro le navi, senza pietà, e con la pirateria che faceva razzie tra Mediterraneo e Mar Nero, finché non è abbastanza grande per affrontare un mondo che, come il mare, lo accompagnerà per il resto della sua vita: la politica.

Garibaldi pensiamo di conoscerlo tutti. In realtà è un personaggio estremamente affascinante, complesso, contradditorio, la cui vita ha a che fare strettamente con quello che è successo prima che il nostro Paese fosse tale, e quello che è successo dopo… Un marinaio, venturiero, generoso, impetuoso, istintivo, ma anche ragionatore

Quando viene a conoscenza della Giovine Italia, organizzazione politica fondata da Giuseppe Mazzini per un’Italia unita e libera, Giuseppe Garibaldi non ci pensa due volte, e a 24 anni si dedica all’intenzione di far stabile un regime repubblicano unificando il Paese.

Nel 1834, però, il fallimento dei moti mazziniani a Genova costringerà il generale all’esilio a Marsiglia.
Il suo soggiorno, dall'anno dopo, in America Latina, dà il via alla sua partecipazione nelle guerre che seguono l’indipendenza, difendendo l’Uruguay dagli attacchi argentini. È in Brasile che si legherà ad Anita, donna creola bella e indipendente che resterà al suo fianco e con la quale avrà tre figli.

In un susseguirsi di grandi gesta, vittorie e sconfitte, Milza ripercorre con i toni di una narrazione fluida e avvincente, l’impresa dei Mille, il ferimento in Aspromonte, la morte di Anita e la lotta agli austriaci.

Un vero e proprio omaggio a quello che si configura come un personaggio leggendario, restituendolo a noi in tutta la sua autenticità.

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Storico francese. È professore universitario emerito presso l'Istituto di Studi Politici di Parigi. Figlio di un emigrato italiano (suo padre nacque a Bardi) e di una francese, ha conseguito il dottorato in lettere e si è specializzato sull'Italia contemporanea e in particolare sul fascismo. È autore di numerose pubblicazioni che vengono considerate di grande autorevolezza nell'ambiente accademico; tra queste i manuali della collana Initial presso l'editore Hatier, in collaborazione con Serge Berstein. Fino al 2000 è stato direttore del Centro di storia dell'Europa del XX secolo (CHEVS) presso la Fondation nationale des sciences politiques (Fondazione nazionale di scienze poliche).Milza ha realizzato una grande Storia del Fascismo, paragonabile a quella di Renzo De Felice, con cui ha collaborato per alcuni anni. Ha poi pubblicato una Storia d'Italia nel 2006.

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