«Un pallone gonfiato», «un gaffeur», «un mitomane con un pessimo rapporto coi media». Per alcuni una fonte di imbarazzo, per altri una vera e propria minaccia alla pace mondiale.
Chissà, forse ai più maliziosi questa breve e tagliente descrizione avrà suggerito l’immagine di questo a quel politico dei giorni nostri, e invece è il modo, assai poco lusinghiero, con cui la pubblicistica e una certa memoria comune raccontano la vicenda umana e politica di una delle figure più interessanti e forse più stereotipate dell’Europa tra Otto e Novecento.
Guglielmo II, imperatore di Germania dal 1888 fino alla sconfitta nella Prima guerra mondiale nel 1918, si trova a capo di quella che si profila come la superpotenza continentale del nascente XX secolo. Un colosso di sessanta milioni di abitanti che sgomita per ritagliarsi il proprio posto al sole tra gli imperi mondiali. Il Kaiser, per antonomasia, è centrale per il modo che ha questa giovane e dinamica nazione di raccontarsi e, al contempo, è destinato a incarnarne polemicamente le contraddizioni.
La Germania guglielmina è un paese ingombrante, che trova in Guglielmo un ingombrante sovrano. Di tendenze autocratiche nella nazione con il più grande partito socialista del mondo, legato a una visione medievale della regalità nello stato che più incarna il progresso inteso come tecnica ma anche come scienza positivista, Guglielmo è un uomo incapace di rimanere nel proprio ruolo istituzionale e difficile da gestire per la politica tedesca del tempo, specie di fronte a un’opinione pubblica europea sempre più influenzata dallo sviluppo della comunicazione di massa.
Nel suo Guglielmo II. L’ultimo Kaiser di Germania tra autocrazia, guerra ed esilio (Salerno Editore 2022), Gustavo Corni delinea i tratti essenziali di uno dei personaggi più ingombranti della narrazione europea all’apice dell’età degli imperialismi: le sue uscite improvvide e battute da osteria date in pasto ai giornali di mezzo mondo; una menomazione fisica che probabilmente ne sbilancia il carattere rendendolo volubile e insicuro; una situazione internazionale che alimenta e al contempo frustra le ambizioni di potenza del Reich e del suo imperatore.
Guglielmo, da questo punto di vista, più che un ingombrante feticcio è un simbolo, la metafora di un paese, la Germania, che ha poi cercato per tutto il Novecento la propria dimensione tra errori e orrori che sono ancora oggi parte della complessa identità tedesca. Una figura da conoscere per il passato ma anche per il presente.
Non leggetelo se amate le biografie santificanti: qui troverete un essere umano, con tutto il suo corredo di difetti.
Non leggetelo se odiate i possibili paralleli storici: qui ne troverete a bizzeffe.
Non leggetelo se amate i vincenti: questa è la storia, tragica, di uno dei perdenti più famosi del XX secolo.
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