Molti giovani vanno a Venezia a fare il pellegrinaggio, come a Compostela... e questa è una cosa che quando vai a Venezia ti riempie di speranza
Il cinema è un sogno ad occhi aperti, proprio come lo è Venezia.
Inevitabile dunque che il Novecento - che è stato senz'altro il secolo del cinema - cercasse modi per celebrare un legame che sembra scritto nella natura stessa di un'arte e di una città fatte l'una per l'altra. Come mai, dunque, nessuno aveva ancora scritto la storia di questo legame speciale che dura ormai da novant'anni?
Dando costante risalto all'interazione fra critica, pubblico e politica - e con un occhio di riguardo ai registi e ai film che più di altri le hanno dato lustro - la Mostra diventa l'occasione per raccontare un secolo di storia del cinema e di civiltà della visione.
La domanda passa in giudicato, perché oggi abbiamo fra le mani un libro importante e bello che colma questa lacuna nel modo migliore in cui si potesse sperare.
Un libro importante, sì: perché è impagabile il poter disporre di uno strumento di consultazione tanto ricco di informazioni, che inanella nomi, titoli, aneddoti e disegno storico della kermesse veneziana, rievocando anche il glamour dei red carpet dal 1932 ad oggi. Ma attenzione: le passerelle intese non come sterile fatto mondano. Quel che interessa Brunetta è ricostruire la temperie culturale che attorno a Venezia si è sviluppata e ha preso corso e, nello stesso tempo, capire in che modo la mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia abbia registrato gli umori e sia stata specchio del clima che in Italia si respirava, decennio dopo decennio.
E poi un libro bello, non meno che importante: perché Brunetta è un "cittadino del cinema", com'è lui stesso a definirsi (prendendo in prestito la definizione da Jean Renoir) e quindi la sua ricognizione su una delle massime manifestazioni del settore è informata e sorretta da grande passione, oltre che dall'innegabile competenza. E quindi è un piacere leggere digressioni, interventi, estratti da interviste, e poter poggiare l'occhio su un bel reparto iconografico (il libro ha diversi inserti fotografici che seguono la scansione cronologica del racconto).
Insomma, quello di Brunetta è il libro su Venezia che mancava. Ci riesce difficile, oggi, immaginare uno strumento più utile per inquadrare quel fenomeno mediatico, artistico e di costume che ogni anno prende vita al Lido, rilanciando il fascino eterno di una città che somiglia al cinema sin dalla sua ragione costitutiva. Come il cinema, Venezia riflette sé stessa nello specchio che l'acqua le offre. Come il cinema, le sue fondamenta oggi sono rese più fragili e in pericolo da una questione che è anche culturale. Come il cinema, infine (e soprattutto), Venezia ci permette di scivolare attraverso le storie altrui, senza far rumore, ad altezza del nostro sguardo, scoprendole così anche un po' nostre.
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