Arrivi e partenze

Gli ultimi giorni di Pompei, nel romanzo di Valeria Parrella

La sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

La sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

Alla fine del primo lockdown mi sono trovata a tornare a Pompei: la città era ancora tutta chiusa, senza turisti né senza guide turistiche. Quando ci sono arrivata mi ha accolta l'ufficio stampa e mi ha detto: “Non vediamo l'ora di vederla tornare a vivere”.
È stato bellissimo pensare che una città scomparsa duemila anni fa e poi riesumata nel 1700 dovesse tornare a vivere dopo una pandemia

ll motivo per cui Pompei ci affascina ancora, a due millenni di distanza, è che la città è rimasta cristallizzata nel momento della sua fine, come se il tempo fosse rimasto intrappolato in una goccia d’ambra. Il visitatore che ha la fortuna di poter passeggiare per le sue vie finisce per ritrovarsi soggetto a un curioso incantesimo che lo trasporta indietro, a ritroso nell’inarrestabile corrente della Storia, spingendolo a immaginare cosa dovesse essere la vita di allora. Quelle che per la maggior parte di noi sono solo fantasticherie, per Valeria Parrella sono il materiale narrativo alla base del suo ultimo romanzo, La fortuna.

La Fortuna
La Fortuna Di Valeria Parrella;

Il prodigio viene dalla terra, e scuote aria e acqua. Dal cielo piovono pietre incandescenti e cenere, il mare è denso e la costa sembra viva, ogni mappa disegnata è stravolta, i punti di riferimento smarriti. Lucio ha solo diciassette anni e ha seguito l'ammiraglia di Plinio il Vecchio nel giorno dell'eruzione del Vesuvio, ma non può sospettare che il monte che conosce da sempre sia un vulcano

Il libro racconta infatti sogni, desideri e speranze del giovane Lucio, “che è un figlio della nobiltà romana, quindi appartiene al rango senatorio… però è un ragazzo, ha delle pulsioni e delle gioie” spiega la scrittrice “E soprattutto sogna un futuro”.

Un futuro che nel caso di Lucio non può che essere incarnato dal mare davanti al quale è cresciuto e che esercita su di lui una fortissima attrazione: “Il mare è un orizzonte sentimentale: è difficilissimo averlo davanti e non scegliere di andarci”.

E proprio in queste parole si racchiude l’essenza dell’ultimo libro di Valeria Parrella, che oltre a essere una storia di formazione riesce a rendere una storia nota e arcinota come quella di Pompei lo spunto narrativo perfetto per un grande romanzo di avventura.

Volevo scrivere un romanzo d'avventura, e io l'avventura ce l’ho veramente sotto casa, a 6 km di distanza! Quindi mi sono detta: “Perché non prendere questa storia e innestarci poi la parte più bella per uno scrittore, ovvero la fantasia?”

Lucio parte per cercar fortuna al largo delle coste di una città proverbialmente sfortunata come Pompei, e proprio su questa ambivalenza gioca il titolo del romanzo: “In latino la parola fortuna è una vox media e indica solo la sorte, che può essere buona o cattiva.”

Nel corso della nostra intervista chiediamo a Valeria Parrella che tipo di sfide stilistiche pone un romanzo storico e in che senso Plinio il Vecchio – una figura spesso considerata polverosa e legata a vecchie reminiscenze liceali – può invece essere considerato il protagonista della prima operazione della protezione civile della storia, ma non mancano anche riferimenti all’attualità.

La scrittrice è sempre stata trasparente sul fatto di aver iniziato a scrivere La fortuna in un momento complicato come quello del lockdown, e in merito alle difficoltà del nostro presente afferma: “Di questi tempi tutto quello che possiamo fare è decidere di guardare le cose come stanno e prendere posizione.
In qualche modo noi siamo sempre chiamati dalla storia e – che si tratti della Storia con la esse maiuscola o delle piccole storie individuali – dobbiamo compiere una scelta. Perché anche se poi uno non ce la fa, anche se poi la storia si rivela più grande di noi e la tragedia arriva, sapere di aver compiuto una scelta ci infonde sempre grande fiducia”.

Una fiducia simile a quella che Valeria Parrella sostiene di provare ogni volta che osserva il faro di Capo Miseno dal terrazzo di casa sua.

Il faro è sempre un riferimento: c'è sempre un punto in cui guardare, un posto dove sai che c'è qualcosa di vivo

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Conosci l'autrice

 

Scrittrice italiana, si è laureata in Lettere Moderne all'Università di Napoli con una tesi in glottologia. In seguito si è specializzata come interprete della Lingua Italiana dei Segni e ha lavorato all'E.N.S. di Napoli, dove vive.Ha esordito nel 2003 con una raccolta di sei racconti intitolati Mosca più balena edita dalla casa editrice Minimum Fax con la quale ha vinto il Premio Campiello Opera Prima. Diversi racconti della giovane autrice sono apparsi nell'antologia Pensa alla salute pubblicata da l'ancora del mediterraneo nel 2004. Sempre nel 2004 ha pubblicato nell'antologia La qualità dell'aria il suo racconto Verissimo e nel 2005 un'altra raccolta di racconti, Per grazia ricevuta, libro arrivato tra i cinque finalisti al Premio Strega dello stesso anno e vincitore del Premio Renato Fucini per la miglior raccolta di racconti. Nel 2007 pubblica con Bompiani Il Verdetto. Nel 2008 pubblica con Einaudi il suo primo romanzo, Lo spazio bianco, da cui Francesca Comencini ha tratto l'omonimo film. Per Rizzoli ha pubblicato Ma quale amore (2010), seguito da Lettera di dimissioni (Einaudi 2011) e Tempo di imparare (Einaudi 2014).È autrice dei testi teatrali Il verdetto (Bompiani 2007), Tre terzi (Einaudi 2009, insieme a Diego De Silva e Antonio Pascale), Ciao maschio (Bompiani 2009), Antigone (Einaudi 2012), Euridice e Orfeo (Bompiani, 2015) e Dalla parte di Zeno (Teatro Nazionale di Napoli, 2016). Per Ricordi, in apertura della stagione sinfonica al Teatro San Carlo, ha firmato nel 2011 il libretto Terra su musica di Luca Francesconi. Ha inoltre curato la riedizione italiana de Il Fiume di Rumer Godden (Bompiani 2012). Da anni si occupa della rubrica dei libri di «Grazia» e collabora con «La Repubblica». Nel 2019 pubblica con Einaudi Almarina (Finalista Premio Napoli 2020, sezione Narrativa - Finalista al Premio Strega 2020 - Finalista al premio Lattes Grinzane 2020 - Finalista al Premio Asti d'Appello 2020) e l'anno dopo Quel tipo di donna (HarperCollins Italia, 2020). Tra gli altri titoli, La fortuna (Feltrinelli, 2022), Piccoli miracoli e altri tradimenti (Feltrinelli, 2024).

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