Diario di bordo

I Leopard e li Gattopardo

Diario di bordo

Una su mille ce la fa! Una notizia al giorno - una sola, scelta con cura - per capire che aria tira e guardare al mondo con consapevolezza. E, a volte, un sorriso

Enrico Deaglio

Torinese del 1947. Da sempre in mezzo a giornali e libri, continua a tenere un diario dell’Italia che ci passa davanti. Avendo vissuto dieci anni in America, racconterà un po’ anche quella

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Mercoledì 25 gennaio 2023

Le cose si stanno facendo difficili, le parole si accavallano.
Stavo pensando al tempo, quello atmosferico, e quello di Bob Dylan, You don’t need to be a weatherman to know that the times they are a-changing…

I tempi sono improvvisamente cambiati, arrivano i Leopard in Ucraina. Sì, ma quanti? Zelensky ne abbisogna di trecento, per schierarli a primavera.
Ma quando comincia la primavera? Oggi nel Donbass siamo a meno 17 Celsius… L’attuale guerra di attrito, mutuo sterminio – di cui un giorno, forse, sapremo i dettagli mostruosi – avviene nel gelo.

Il clima in quelle zone è padrone, come imparò Napoleone, come imparò il generale Von Paulus fatto prigioniero nel gennaio 1943 a Stalingrado.
Il tempo atmosferico fu decisivo anche ad ovest: nel 1944, le previsioni del tempo non consigliavano certo lo sbarco degli Alleati in Normandia, ma il generale Eisenhower rischiò lo stesso. Hitler avrebbe potuto contrastare l’invasione con i Panzer, ma nessuno – così almeno dicono la Storia e la Leggenda – osò disturbare il sonno del dittatore e avvertirlo che l’invasione era giunta, e non dove la si aspettava… E così i Panzer – i Leopard di allora - non vennero schierati.

Le parole sono mitiche. Leopard è il leopardo, ma anche la traduzione inglese del Gattopardo, di cui noi italiani sappiamo la lunga vita.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz deve decidere se passerà alla Storia come l’uomo che aprirà le gabbie dei Leopardi, o come l’ultimo dei Gattopardi.

E di nuovo si torna al tempo atmosferico.
La parola “disgelo” diventò popolare negli anni Sessanta, dopo la morte di Stalin. C’era allora la letteratura del disgelo, il cinema del disgelo, arrivò nel mondo il dottor Zivago, con il berretto di pelliccia di Julie Christie, e la spia che venne dal freddo finiva nelle braccia dell’agente segreto inglese capitano James Bond….

Il giro oggi si ripete, ma dipende da quando arriverà il disgelo, la primavera.
Forse, grazie al cambiamento climatico, molto prima del previsto. E qualcuno dovrà svegliare Putin e avvertirlo che ai suoi confini, nella nebbia e nelle brume, scalpitano i leopardi…