Lunedì 23 gennaio 2023
Non so se succede anche a voi ma a me succede che, ogni giorno, quando mi sveglio, guardo con apprensione il telefonino per sapere se il mondo si è rotto, e dove.
In Ucraina, con l’assassinio di Zelensky, in Russia, forse in procinto di esplodere, in un ghiacciaio artico che si scioglie, nella misteriosa Cina, di cui crediamo di sapere tutto ma ogni giorno scopriamo che non sappiamo proprio niente…. E poi c’è l’Iran: possibile che possa resistere un regime che uccide i suoi figli? Adesso si aggiunge Israele, di cui c’eravamo quasi dimenticati, e in cui un’enorme manifestazione si è rivolta a noi:” ... aiutateci, perché la nostra democrazia è in pericolo” ….
Oggi, per farci un po’ male, vi segnalo un altro punto di rottura possibile alla lista: la caduta dei “padroni del mondo”.
Sta avvenendo sotto i nostri occhi negli Stati Uniti, in particolare in California. I padroni del mondo sono i giganti della “Tech Industry” – altrimenti detta la Silicon Valley – che da quarant’anni hanno cambiato il nostro modo di vivere con la “rivoluzione digitale”, sconvolgendo il nostro modo di lavorare e gli equilibri del pianeta.
La notizia è che “i padroni del mondo” non lo sono più: si stanno ritirando. Ogni giorno, dalla California, giungono notizie di licenziamenti massicci nelle aziende che hanno guidato la crescita del mondo globalizzato. Apple, Amazon, Microsoft, Google, Twitter, Salesforce, Uber, Lyft mandano a casa i loro dipendenti a un ritmo impressionante, come era stata impressionante la loro espansione: finora, e in pochi mesi, siamo – nella sola California – a circa trecentomila persone, ma si prevede che il saldo finale della “grande crisi” sarà molto maggiore.
Se ne va – era scritto in una previsione del New York Times di due giorni fa – una generazione di ingegneri, di informatici, di tecnici che hanno cambiato il mondo.
Erano diventati rotelle di un grande - forse troppo grande - cartello che pensava di poter dominare il pianeta sulla base del monopolio tecnologico del futuro.
I loro capi erano diventati molto presuntuosi. E chi non lo sarebbe stato, al loro posto?
Chi e che cosa verrà al loro posto, nessuno lo sa.
Mi è venuto in mente che qualcosa del genere era avvenuto cent’anni fa, quando un ragazzo di provincia e di molti pregiudizi, Henry Ford, giocò con l’idea di un’automobile che potesse sostituire il cavallo nel lavoro delle campagne. Il resto lo sapete: la produzione di massa, le catene di montaggio, l’operaio ridotto a una macchina…
Un giovane socialista sardo, trapiantato a Torino dove l’invenzione di Ford era stata copiata, capì che tutto era cambiato.
E chiamò quel fenomeno – e il suo giornale di battaglia contro una modernità nello stesso tempo affascinante e paurosa - “L’Ordine Nuovo” ….
Dove sei Gramsci, oggi che c’è bisogno di te?
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