Martedì 3 maggio
Nel mio piccolissimo, sono piuttosto contento che Mario Draghi abbia usato – per definire quello che è successo nella televisione italiana (in particolare l’intervista a Sergej Lavrov) – il termine “oscenità”, ovvero lo stesso che ho usato ieri su Maremosso.
Spero che il suo intervento possa essere qualcosa di più che una “moral suasion”, e che cambi effettivamente le cose, giunte ormai a un livello avanzato di pericolosità.
Per restare in tema, vi segnalo un libro appena uscito negli Stati Uniti; si chiama “The newspaper axis”, autrice Kathryn S. Olmsted, Yale University Press. Racconta di come i sei maggiori proprietari di giornali in Inghilterra e negli Stati Uniti sostennero Hitler a partire dalla sua ascesa nel 1933 fino addirittura a dopo Pearl Harbor (uno dei sei, William R. Hearst, è il “Citizen Kane” che ispirò il famoso film di Orson Welles. La forza combinata dei loro giornali faceva impallidire la stampa che noi chiamiamo “liberal”, confinata nella costa orientale degli Stati Uniti. Quali erano i temi? Il primo era l’ammirazione per Hitler (e, di converso, anche per Mussolini, considerato una sua copia) che “aveva messo a posto la Germania” togliendola dall’anarchia e dal socialismo; il secondo era la convenienza ad avere buoni rapporti commerciali con la Germania; il terzo, quando cominciarono ad essere chiare le sue mire espansionistiche, era la necessità di “non provocarlo” e la propaganda sulla forza del suo esercito e della sua aviazione (l’aviatore Charles Lindbergh era un fantastico propagandista), per cui non conveniva assolutamente illudere l’Inghilterra. Per quanto riguarda l’antisemitismo, i giornali filo-Hitler si distinguevano solo per delle nuances, e peraltro i loro proprietari erano tutti antisemiti. La grande stampa era d’accordo nel dire che gli ebrei erano la causa di tutti i mali e che se l’Inghilterra e l’America li avessero trattati come faceva la Germania, sarebbe stato meglio per tutti.
Una curiosità: Winston Churchill, principale editorialista del Daily Mail perse il posto nel 1938 per aver scritto che Hitler preparava la guerra.
Tutto ciò, di colpo finì con Pearl Harbor. Per nostra fortuna.
Ma, a volte, le cose ritornano…
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