Diario di bordo

Di influencer, scoiattoli e cavalieri tristi

Mercoledì 19 gennaio

Giornata triste per Cip e Ciop, che sembra abbiano smesso di sbocconcellare ghiande: lo ha comunicato lo stesso autore della “operazione scoiattolo” – che era stata presentata come una specie di sbarco in Normandia - Vittorio Sgarbi, ormai uno dei più longevi strateghi politici della seconda repubblica. Sgarbi si considerava un grande influencer, capace con una telefonata di orientare il voto di 100 grillini o ex grillini (tutte persone sole e influenzabili con un po’ di affetto). “Il Cav. è triste”, ha annunciato Sgarbi, che però non assicura di stare vicino al suo capezzale.

Giornata altrettanto triste per il mondo grillino.
L’elevato Beppe Grillo, che fino a poco tempo fa faceva da kingmaker delle elezioni al Quirinale, risulta indagato dalla procura di Milano per “traffico di influenze illecite”, art. 346 CP, introdotto nel 2012, con cui si sanzionano - a dir la verità in modo abbastanza fumoso - pratiche di lobbismo. In pratica, se una persona (l’influenzante) telefona a un pubblico ufficiale (l’influenzabile) per ottenere un favore politico – che so? una legge, un emendamento - è punibile da uno a tre anni, anche se poi non avviene materialmente passaggio di denaro.
La legge fu accolta con grande favore dai grillini (specie quando colpì il babbo di Renzi), ma ora si scopre che il loro leader Grillo (grandissimo influencer con il suo blog) e il suo braccio economico, la Casaleggio & Associati (che tratteneva lo stipendio di deputati e senatori grillini: più che influencing, tagliegging), avevano accettato una montagna di soldi dal proprietario della compagnia di navigazione Moby S.p.A., un imprenditore sull’orlo di una gigantesca bancarotta, per ottenere provvedimenti a suo favore usando il potere di governo dei 5 stelle ( ... ridi e scherza, intanto, i grillini occupano posizioni di potere da una decina d’anni).
È seguito un prevedibile imbarazzo nel mondo grillino: loro, paladini dell’onestà, che hanno indetto le “Quirinarie”; loro, che dipendevano per il loro stipendio dalla Casaleggio, sono stati buggerati dai loro capi?

Non esistono facili morali per questa storia, se non forse una: diffidate degli influencer, a meno che siano i Ferragnez. Da cui si attende, finalmente, una seria indicazione di voto.    

  

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