Bassa marea

Sunak e Khan, l'induista e il musulmano

Bassa marea

Quando la marea si ritira, emergono sempre cose interessanti, per chi sappia cercare sul bagnasciuga.
Così, fra le tante notizie che ogni giorno arrivano dal mondo, ecco quel che ha catturato l’attenzione di Enrico Franceschini, in un nuovo articolo da gustare ogni mattina, come un caffè

Enrico Franceschini

Giornalista e scrittore, vive a Londra, gira il mondo da 40 anni ed è autore di 20 libri di narrativa e saggistica Vai alla pagina dell'autore

Indovinello: esiste una città al mondo che abbia come primo ministro un induista e come sindaco un musulmano?
Attenzione, l’indovinello è più complicato di così: la città in questione deve anche essere la capitale di un Paese democratico.
E i due leader in questione devono appartenere a partiti avversari e avere origini etniche differenti. Ah! ancora un dettaglio: entrambi devono provenire da famiglie di immigrati.

Risposta: sì, una città del genere esiste. È Londra, il cui sindaco, Sadiq Khan, è figlio di immigrati pakistani, di religione islamica e di fede politica laburista; mentre il nuovo primo ministro britannico, Rishi Sunak, che a Londra vive ed ha la sua residenza ufficiale, è figlio di immigrati indiani, di religione induista e di fede politica conservatrice.

Non credo esista un modo migliore per riassumere perché Londra rimane la capitale multiculturale del mondo.
Non tutto va bene, sotto il Big Ben. E qualcuno fa notare che Sunak, come simbolo di eguaglianza razziale, non è rilevante per tutti perché è un uomo ricchissimo, titolare di una fortuna pari a quasi un miliardo di euro, che ne fa il premier più ricco della storia britannica (ricco il doppio di re Carlo, per dare un’idea).
Ma suo padre era medico, sua madre farmacista, da piccolo lui portava le ricette ai clienti in bicicletta per dare una mano: poi ha studiato a Oxford e a Stanford, è diventato un banchiere di successo e ha sposato la figlia di un miliardario indiano.

Ciononostante, Rishi e Sadiq, il ricco e il povero (se vogliamo chiamarli così), rappresentano una bella coppia, un musulmano e un induista capaci di vivere in armonia, in una grande metropoli democratica, che ospita 200 etnie e altrettante lingue.
Ecco qualcosa che, a dispetto della Brexit, mi rende orgoglioso di vivere a Londra.