Bassa marea

La toilette distrutta

La notizia che vi racconto oggi può sembrare una barzelletta, invece è vera: non accorgendosi di avere innescato per sbaglio la retromarcia invece della prima, un automobilista, pigiato il pedale dell’acceleratore, ha distrutto la più antica toilette del Giappone, un monumento nazionale vecchio di centinaia di anni.
Come se non bastasse, per ironia della sorte, l’uomo al volante è un dipendente di un’organizzazione culturale per la conservazione delle vestigia nazionali.

Situata all’interno di Tofukuji, un antico tempio nella città di Kyoto, la toilette era un gabinetto pubblico usato dai monaci buddisti risalente a 500 anni or sono, in grado di accomodare i bisogni di cento uomini contemporaneamente con i suoi semplici buchi circolari. Veniva ancora utilizzata come bagno pubblico nel 1912, quando è diventata un sito protetto del ministero della Cultura. L’automobile ne ha distrutto la porta e parte della delicata struttura. Fortunatamente, riferisce la stampa giapponese, potrà essere riparata.

Ogni ironia sulla vicenda sarebbe fuori luogo.
La storia si può studiare anche attraverso la toilette, anche detta cesso, W.C., ritirata, bagno, orinatoio, come dovremmo ben sapere noi italiani, avendo dato un non piccolo contributo ai servizi igienici con i vespasiani, non a caso chiamati con il nome di un Imperatore, fin dal tempo degli antichi Romani. A tutt’oggi ve ne sono di bellissime: se venite a Londra, la città in cui vivo, suggerisco una visita a quelle del Claridge’s, il migliore albergo della capitale. Appena entrati, girate a destra nel corridoio, scendete una rampa di scale e vi ritroverete in una meravigliosa sala di ceramiche, specchi e morbidi asciugamani. Oppure, agli uomini consiglio il gabinetto di Hutong, ristorante cinese in cima allo Shard, il grattacielo più alto della metropoli e di tutta Europa, disegnato da Renzo Piano: le pareti sono tutte di vetro, ai vostri piedi si stende Londra con le sue mille luci, è la vista più bella di cui si può godere facendo la pipì.

Anche questa toilette, chissà, fra cinquecento anni diventerà un monumento nazionale, come quella dei monaci di Kyoto.    

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