Arrivi e partenze

La solitudine del Generale. Attilio Bolzoni racconta dalla Chiesa, a quarantuno anni dalla morte

La sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

La sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

Sono trascorsi quarantuno anni dalla morte del Generale che fu inviato a Palermo per combattere Cosa nostra. Quella lotta, combattuta da solo, è al centro di un racconto che unisce le tanto diverse – ma tanto simili – solitudini di quattro grandi protagonisti che si sono distinti nella lotta contro la mafia. In occasione dell’anniversario, riproponiamo la nostra intervista esclusiva ad Attilio Bolzoni.

Se non ci avesse pensato Gabriel Garcia Márquez prima di lui, Attilio Bolzoni avrebbe potuto intitolare il suo libro "La solitudine del Generale".
In questa nuova edizione, il libro (pubblicato per la prima volta dieci anni fa), non si racconta solamente della solitudine cui fu confinato Carlo Alberto dalla Chiesa dopo essere stato inviato a Palermo per contrastare una mafia che in quegli anni poteva contare su una complicità istituzionale ad altissimi livelli.
Gli "uomini soli" cui Bolzoni fa riferimento sin dal titolo sono anche Pio Latorre, sindacalista e uomo politico assassinato da Cosa Nostra nel 1982, e naturalmente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due magistrati i cui omicidi segnarono il punto di massimo clamore nella strategia di attrito e  tensione attraverso la quale l'organizzazione criminale allora più potente del mondo cercò di indirizzare il clima politico in un senso ad essa favorevole. 

Uomini soli. Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Sono morti trenta, quarant'anni fa. Giù a Palermo. Lo sapevano che li avrebbero fermati, prima o poi. Facevano paura al potere. Italiani troppo diversi e troppo soli per avere un'altra sorte. Una solitudine generata non soltanto da interessi di cosca o di consorteria, ma anche da meschinità più nascoste e colpevoli indolenze, decisive per trascinarli verso una fine violenta. Avevano il silenzio attorno.

Nelle vicende di questi protagonisti, efficacemente riassunte dal giornalista in un libro che è come un work in progress e che arriva con quella odierna alla terza edizione, c'è tutto il materiale utile a riflettere su una vicenda che è al contempo politica, giuridica, culturale e umana.
E la copertina, che riproduce una bellissima foto della grande Letizia Battaglia, vale quanto uno spoiler alert per chiunque intenda scoprire cosa troverà all'interno del libro: ad uccidere questi protagonisti della nostra storia repubblicana non sono state solo le bombe o i proiettili, ma l'indifferenza di coloro che attorno al loro lavoro durissimo e coraggioso sono passati facendo finta di niente, condannandoli a una solitudine che ancora oggi ci chiede risposte. Come quelle che Bolzoni prova a dare attraverso il suo libro, e delle quali abbiamo voluto parlare con lui nella nostra intervista. Buona visione, e buona lettura. 

Le nostre interviste

La canzone di Maremosso è interpretata da Laura Salvi
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