Diario di bordo

A proposito delle “inique sanzioni”

Venerdì, 11 marzo

Cose che si sentono in televisione in questi giorni: non dovremmo mandare armi agli ucraini (non è morale per un paese per l’articolo 11 della Costituzione, “L’Italia ripudia la guerra”); oppure: attenzione a non far irritare Putin con le sanzioni: ci perdono le nostre aziende che fanno export, siamo dipendenti dal suo gas, gli oligarchi in Versilia e Sardegna hanno portato lavoro… e poi “le sanzioni non servono, come noi italiani ben sappiamo”. 

Proprio vero? Se qualcuno ha ancora dei nonni in casa, provi a domandare loro. Per esempio, se si ricordano di una lapide in marmo bianco che il fascismo fece apporre davanti ad ogni comune d’Italia. Il testo era obbligatorio per tutti: 

18 NOVEMBRE 1935 XIV / A RICORDO DELL'ASSEDIO / PERCHE' RESTI DOCUMENTATA NEI SECOLI / L'ENORME INGIUSTIZIA / CONSUMATA CONTRO L'ITALIA / ALLA QUALE / TANTO DEVE LA CIVILTA' / DI TUTTI I CONTINENTI

Era la risposta di Mussolini alle “inique sanzioni” decise dalla Società delle Nazioni, dopo l’invasione italiana dell’Etiopia. Si vietavano importazioni di materiale bellico ed esportazioni di prodotti italiani. Ma i provvedimenti furono molto blandi, in particolare permisero all’Italia l’approvvigionamento di petrolio da parte degli Stati Uniti (Roosevelt non voleva perdere il voto degli italiani in America, allora molto mussoliniani) e furono ritirati addirittura nel 1936.

Ma forse servirono a qualcosa: a coprire l’Italia fascista di ridicolo (l’oro alla patria, l’orbace, il carcadè, la buffonata dell’impero, il culto della sua personalità…) e a preparare le atrocità degli anni a venire. Mussolini contro le “inique sanzioni” varò l’”autarchia”, ovvero la messa sotto giogo del controllo pubblico (il partito fascista) l’economia privata, la militarizzazione del paese, costruì l’alleanza servile ad Hitler, concepì le leggi razziali, si sentì autorizzato alle peggiori violenze coloniali in Etiopia. Il finale è noto.

Ovviamente, le sanzioni del mondo contro Putin oggi sono tutt’altra cosa, per immediata efficacia ed estensione; e soprattutto si spera abbiano effetti più veloci. Ai dubbiosi, che citano l’inefficacia delle sanzioni del 1936, vorrei però domandare: “perché vi continua a piacere tanto la risposta che allora diede Mussolini?”.

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