9 Maggio, su coraggio…

Lunedì 9 maggio

Quando ero ragazzino, in grado di capire qualcosa, mio padre mi raccontava le storie della guerra.
Me ne ricordo una che diceva che con i discorsi di Hitler trasmessi alla radio c’era sempre un problema: dovevi aspettare fino alla fine – ovvero fino all’orgasmo vocale finale - per sapere se avesse dichiarato guerra o no. Questo perché la sintassi tedesca mette il verbo alla fine della frase.

Non so se così sia anche il russo, se anche loro come i tedeschi mettono il verbo alla fine; quindi non so se sapremo subito le intenzioni di Vladimir Putin che parlerà dalla Piazza Rossa.
Dicono gli analisti che ha due opzioni: dire, “ ... vabbé abbiamo vinto un’altra volta contro il nazismo, basta così”. Oppure dichiarare una guerra totale, la mobilitazione generale contro la Nato, contro gli Stati Uniti, lo scontro di civiltà, imporre la legge marziale e la leva obbligatoria, ovvero mandare a culo sé stesso e il mondo intero.

C’è un'altra grande attesa, qui in America da dove scrivo. Attesa per le manifestazioni, che si prevedono molto grandi e che dureranno mesi, contro la preannunciata decisione della maggioranza della Corte Suprema di vietare l’aborto, ovvero di abolire una legge che dura dal 1973. Sono state pubblicate in anteprima le motivazioni di quella decisione ed è roba da medio evo. Si prevede che i repubblicani trumpisti, ispiratori del testo, non si vogliano fermare qui, ma vogliano abolire il matrimonio gay, la vendita di contraccettivi, le pillole del giorno dopo.
I cartelli che le donne porteranno in piazza saranno migliaia; ne ho scelti due: “Ogni gravidanza parte da un pene. Controllate quello”; e “se gli uomini rimanessero incinti, l’aborto sarebbe un sacramento”.

Ecco, sarebbe bello che sulla Piazza Rossa di Mosca risuonassero quegli slogan, in mezzo a missili fallici, patriarchi spiritati, generali sopravvissuti, dittatori allo stadio terminale.
Ecco, sarebbe bella un’azione shock delle Pussy Riot!!!
Ma purtroppo pare siano in galera.