Inutile negarlo: il tempo passa per tutti. Anche per il passato.
Lo scorrere del tempo e lo scarto tra i fatti avvenuti e chi li osserva a distanza hanno un’influenza pesante sul modo in cui chi guarda giudica chi è visto. In più, mano a mano che il tempo passa, molte delle fonti che potrebbero aiutare a rileggere i fatti si disperdono e quelle che sopravvivono spesso sono soggette a una sorta di procedimento di mummificazione: si fossilizzano, raccontando, pare, sempre la stessa storia.
I viaggi per mare, nell'antichità, erano il modo per cambiare vita, allargare il proprio mondo, scoprire nuove rotte commerciali. Con questo saggio, ripercorriamo un fenomeno fondamentale per il mondo antico e contemporaneo.
Per questo motivo, mentre i fatti e le azioni di quella che ancora oggi viene definita storia contemporanea sono oggetto di molteplici letture tra loro anche fortemente divergenti, la patina del passato pesa come una cappa su quegli avvenimenti che vengono classificati come storia antica: si è meno disposti, almeno a livello di racconto pubblico, a leggere i protagonisti del passato come delle persone, preferendo, con una sorta di pregiudizio sul passato, leggerli come “personaggi”. La storia che diventa favola.
Così spesso ci si imbatte in testi che, riferendosi agli abitanti di un lontano passato, li incastrano in letture collettive piuttosto rigide: «i fenici, grandi navigatori… i greci e la loro cultura… la potenza dell’impero persiano…»
Avventurieri in terre lontane (Keller 2022), di Raimund Schulz, ha l’innegabile pregio di essere un saggio di sintesi di storia antica – le vicende delle civiltà mediterranee – che non è costruito da personaggi, bensì popolato da persone. Persone che si muovono all’interno di uno spazio che sembra avere confini solidi – l’orizzonte del mare – e che lottano incessantemente per ridefinire, allargandolo, il proprio mondo.
Più di settecento pagine che illustrano la scoperta del Mediterraneo, delle vie d’acqua che gli sono collegate e delle terre che vi si affacciano, compiuta in migliaia di anni da avventurieri, esploratori, mercanti. Persone, che varcando le soglie di un piccolo universo marino alla ricerca di fortuna finiscono per ridare forma non solo ai propri limiti, ma anche a sé stessi.
L’indagine di Schulz non si limita a narrare le grandi sfide esplorative dell’antichità, ma cerca di porsi la domanda cardine che dal mito di Ulisse in poi ha un peso enorme nel racconto che gli esseri umani fanno di sé: perché l’uomo è un «animale che ricerca»?
In questo testo grosso, pieno zeppo eppure agile, un po’ come le antiche navi commerciali, caldei, fenici, greci, egiziani, persiani escono dalle loro gabbie di lettura che un po’ tutti noi abbiamo appreso dai manuali scolastici per diventare uomini e donne che cercano un mondo diverso al di là della linea d’orizzonte, trasformando l’estensione d’acqua da barriera a ponte verso qualcosa di ignoto e proprio per questo desiderabile.
Non leggetelo se credete che il mare sia un muro che allontana: in questo libro è una porta che mette in comunicazione.
Non leggetelo se siete affezionati alle definizioni da manuale: tra le pagine troverete un sacco di modi nuovi per leggere una storia che pensavate di conoscere già.
Non leggetelo se siete convinti che il passato sia popolato di figure ben definite: in questo libro troverete un sacco di gente diverse in continuo cambiamento; qualcuno potrebbe addirittura somigliarvi…
Gli altri passati di letture
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente