Ho imparato molto presto a capire qual era il potere delle storie, e l'ho capito grazie alle storie che mi raccontava mia mamma
Questo non è semplicemente l’ultimo capolavoro di Donato Carrisi. Perché Serena non è un personaggio come gli altri, e questa non è una storia come le altre. Questo è un viaggio inarrestabile alla scoperta degli angoli più oscuri del nostro cuore e delle nostre paure, al termine del quale il nostro modo di vedere il mondo, semplicemente, non sarà più lo stesso.
Donato Carrisi è un uomo abituato a salire di livello.
Quando pensiamo che la storia che ci sta raccontando con un libro o con un film abbia raggiunto un climax insuperabile di tensione, ecco che Carrisi rilancia, e ci porta a frequentare paure che non pensavamo di poter provare, a esperire tensioni che non credevamo di poter sopportare.
Sarà questo, forse, uno degli ingredienti essenziali della ricetta che questo formidabile scrittore va perfezionando sin dall'uscita del suo primo thriller, Il suggeritore, che nel 2008 lo piazzò sulla mappa degli autori capaci di portare una voce personale, forte e credibile in un genere perfino troppo affollato.
Ma Carrisi non si fermò lì. Consapevole del proprio talento di narratore, a quel primo exploit ne fece seguire velocemente un altro. E poi un altro ancora, e così via, sempre alzando l'asticella di un mestiere che non va inteso come semplice amministrazione di elementi stilistici o narrativi, quanto il perfezionamento continuo di un'idea del narrare che può declinarsi anche in ambiti molto diversi.
Ecco allora che l'uscita del nuovo romanzo L'educazione delle farfalle si rivela un'ottima occasione per fare quattro chiacchiere con il nostro, e cercare così di carpire qualche segreto relativo alla sua specialissima arte.
Del romanzo in sé, ovviamente, è meglio dire il meno possibile, onde non rovinare ai (tantissimi) lettori di Donato il (fortissimo) piacere della (grandissima) tensione thriller che Carrisi riesce sempre a sprigionare. Ma ci sono molte cose che - ne siamo certi - interesseranno a tutti coloro che lo seguono: da quel che significa fare cinema alla ricetta per tenere alta la tensione di una storia, dal ricordo della prima volta in cui il piccolo Donato rimase avvinto alle storie fantastiche raccontate da sua mamma alle storie - ancor più paurose! - che sono i suoi figli a raccontargli, oggi.
Eh sì, evidentemente, il gene del thriller scorre potente nella famiglia Carrisi e Donato sa come educarlo.
Assieme alle farfalle.
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